#85 la macchina di anticitera

Prima di tutto, le spugne.

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Le spugne che abbiamo in casa sono sintetiche. Le spugne “vere”, i poriferi, sono animali marini. Organismi pluricellulari che vivono immobili, attaccati sui fondali del mare o delle acque dolci. Non hanno veri tessuti né organi: semplicemente, il costante flusso di acqua attraverso i loro corpi fornisce loro ossigeno e cibo (piccoli organismi e particelle organiche che si trovano nell’acqua). Dopo la morte, lasciano uno scheletro fibroso ed elastico, che fin da tempi remoti è stato pescato e usato per lavare, lavarsi, e altri scopi. scaletowidth La pesca delle spugne, tuttora esistente ma piuttosto rara, può avvenire sostanzialmente in due modi: con una rete, trainata da una barca, che raccoglie le spugne dal fondo del mare; oppure grazie a singoli tuffatori che si immergono per cercare le spugne migliori. Questi ultimi possono essere attrezzati con respiratori, ma anticamente l’unico metodo per immergersi era in apnea. Gli antichi pescatori greci di spugne usano in particolare la tecnica dell’immersione in apnea con la skandalopetra, ovvero una pietra, pesante circa una decina di chili, che viene usata come zavorra per l’immersione. 1411378966923_wps_21_Antikythera_Greece_map_jp

E poi, nell’ottobre dell’anno 1900, un gruppo di pescatori di spugne, in viaggio dall’Africa alla Grecia, viene bloccato da una violenta tempesta sulla piccolissima isola di Cerigotto, o Anticitera, o Aegila (in greco Αντικύθηρα, in inglese Antikythera).

L’equipaggio dei pescatori di spugne, capitanati da Dimitrios Kondos, ad Anticitera nel 1900.
L’equipaggio dei pescatori di spugne, capitanati da Dimitrios Kondos, ad Anticitera nel 1900.

Cosa fanno i pescatori di spugne per passare il tempo? Si immergono in cerca di spugne, ovviamente. Ed è così che, passeggiando sul fondo marino nei loro scafandri da palombaro, trovarono il relitto di una nave romana naufragata nel I secolo a. C., piena di statue anche molto più antiche, in bronzo, in marmo, e numerosi manufatti, utensili, oggetti di vario tipo (anfore, stoviglie, ceramiche, monete, gioielli,…).

Il recupero di un’anfora dal relitto di Anticitera nel 2013.
Il recupero di un’anfora dal relitto di Anticitera nel 2013.

Negli anni immediatamente successivi alla scoperta sono stati recuperati molti reperti, e nuove ricerche si sono svolte negli anni Cinquanta e Settanta su iniziativa di Jacques Cousteau, e poi in anni recentissimi, portando alla luce robe tipo queste:

L’efebo di Anticitera (bronzo)
L’efebo di Anticitera (in bronzo)
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La “testa di filosofo” di Anticitera

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Tra i reperti trovati nel 1900-01 c’era anche una serie di pezzi di bronzo, incrostati e corrosi. Nel 1902 l’archeologo Valerios Stais li studiò e si accorse che si trattava di ruote dentate, ricoperte di iscrizioni in greco ellenistico (o koinè), che formavano un elaborato meccanismo, chiuso all’interno di una scatola di legno delle dimensioni di 34 x 18 x 9 cm. Venne chiamato Macchina di Anticitera (o meccanismo di Anticitera, in inglese Antikythera mechanism), e si pensò che fosse una delle prime forme di orologio meccanizzato.

la parte principale

Il congegno non è completo: è stato ritrovato in frantumi, e attualmente sono stati recuperati e riconosciuti 82 frammenti, 7 dei quali costituiscono il meccanismo principale, ma potrebbero esserci altri pezzi ancora da scoprire.

frammenti

Soltanto dopo circa settant’anni e molti studi, si è capito cosa fosse e come funzionasse. Molto più sofisticato di un semplice orologio, è il più antico calcolatore meccanico conosciuto, usato per elaborati calcoli astronomici e previsioni. Gli ingranaggi di ruote dentate servivano per calcolare il sorgere e il tramontare del sole, le fasi lunari, le eclissi, i movimenti dei cinque pianeti allora conosciuti, gli equinozi, gli anni, i mesi, i giorni della settimana, i segni zodiacali, addirittura le date dei giochi olimpici antichi. (I cinque pianeti conosciuti fin dall’antichità sono quelli visibili a occhio nudo, cioè Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Mancano Urano, scoperto soltanto nel 1781 da William Herschel, e Nettuno, scoperto nel 1846 da Johann Gottfried Galle, entrambi tramite un telescopio. Plutone, scoperto nel 1930 da Clyde Tombaugh, è stato classificato come il “nono pianeta” fino al 2006, quando è stato riclassificato come pianeta nano). sistema solare Il meccanismo di Anticitera è conservato nella collezione di bronzi del Museo archeologico nazionale di Atene, assieme a una ricostruzione. È stato datato intorno al 150-100 a.C. e si pensa sia stato costruito da scienziati greci.

Lo schema di una possibile ricostruzione.
Lo schema di una possibile ricostruzione.

È considerato il più antico computer analogico conosciuto. Il meccanismo di Anticitera è talmente complesso e unico nel suo genere, e danneggiato dai duemila anni passati sotto il mare, che finora sono state proposte numerose ipotesi sul suo funzionamento e sulla sua origine, ma le certezze sono poche.

Una rappresentazione schematica proposta da Freeth e Jones nel 2012.
Una rappresentazione schematica proposta da Freeth e Jones nel 2012.

Non è probabilmente l’unico congegno di quel tipo che fu progettato e costruito in quel periodo, ma è l’unico ad essere arrivato fino ai giorni nostri. La sua complessità tecnica è stupefacente, e le conoscenze necessarie alla sua realizzazione devono poi essere andate perdute, perché per ritrovare tecnologie paragonabili bisogna aspettare fino alla fine del Medioevo, cioè più di un millennio. Ma c’è chi non crede che gli antichi fossero arrivati a un livello di conoscenza e tecnologia così sofisticato: manufatti come il meccanismo di Anticitera vengono considerati “anacronistici”, e per dare una spiegazione si ricorre a viaggi nel tempo, contatti con gli alieni, antiche civiltà segrete e altre teorie del complotto. Il meccanismo di Anticitera è considerato un caso di OOPArt (Out Of Place ARTifacts, “manufatti fuori posto”) dai sostenitori dell’archeologia misteriosa, che non credono possa davvero appartenere all’età ellenistica perché tecnologicamente troppo avanzato. In realtà, pur essendo un reperto unico nel suo genere, è perfettamente compatibile con le conoscenze tecniche e astronomiche degli antichi greci (o meglio, delle conoscenze che gli studiosi pensano che gli antichi greci possedessero). “Molti OOPArt hanno infatti ricevuto un’interpretazione del tutto coerente con le attuali conoscenze archeologiche e scientifiche. In tutti quei casi in cui non si è data una risposta, ciò si deve al fatto che non si è ancora capito il tipo di utilizzo che aveva l’oggetto”. Altre volte si tratta di falsificazioni o di datazioni sbagliate. OOPArt Teorie di questo tipo sono spesso sostenute dai creazionisti: per motivi che, onestamente, non ho capito, sarebbero prove schiaccianti della giovane età della Terra (creata tra i 6 mila e i 12 mila anni fa come è scritto nella Bibbia, non formata circa 4,54 miliardi di anni fa come sostengono i miscredenti), del diluvio universale e della falsità dell’evoluzionismo.

La stima dell’età della Terra attualmente più condivisa dalla comunità scientifica è 4,54 miliardi di anni – lo dice anche Google.
La stima dell’età della Terra attualmente più condivisa dalla comunità scientifica è 4,54 miliardi di anni – lo dice anche Google.

L’archeologia misteriosa, (o fantarcheologia, criptoarcheologia, archeologia alternativa, pseudoarcheologia) è “una sorta di archeologia pseudoscientifica che dà una interpretazione non scientifica di reperti archeologici o di presunti tali”. La branca dell’ufologia che studia i presunti avvistamenti di UFO nel passato anche remoto si chiama clipeologia o paleoufologia, ed è considerata una pseudoscienza, mentre la teoria che gli extraterrestri abbiano contattato e influenzato antiche civiltà umane è la teoria degli antichi astronauti (o teoria del paleocontatto o paleoastronautica). Ancient_astronaut_hypothesis

5 pensieri riguardo “#85 la macchina di anticitera

  1. La fantarcheologia è una delle cose che mi affascinano di più al mondo – fosse solo perché sono i fantarcheologi che “studiano” (ipotizzano?) le possibili civiltà di Atlantide e Mu (che sono tra i miei miti preferiti).
    In ogni caso, Museo archeologico nazionale di Atene tappa obbligata in un viaggio in Grecia 😀

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