In due recenti episodi di CSI (l’ultimo della tredicesima stagione e il primo della quattordicesima) si indaga su uno dei soliti serial killer fissati con la religione. Questo qua, in particolare, uccide le sue vittime e le mette in posa in modo che assomiglino a delle incisioni che illustravano un’antica edizione della Divina Commedia: una per ogni cerchio dell’inferno e relativo peccato (golosi, lussuriosi, iracondi, violenti, ecc.). Insomma, un incrocio tra l’assassino di Seven, il killer dell’Apocalisse della sesta stagione di Dexter, e mille altri assassini cinematografici e televisivi.
Notizia di questi giorni: Mihai Marius Mihu ha rappresentato i nove cerchi dell’inferno dantesco con i lego. Ci ha messo sette mesi e ha usato quasi quarantamila mattoncini. Uno che sa come impiegare il suo tempo.
Tornando a CSI: non so se le antiche incisioni di cui si parla siano reali, ma non avendo trovato nessuna informazione, presumo siano fittizie, forse ispirate a quelle ottocentesche di Gustave Doré. Comunque, a un certo punto viene nominato Phlegyas (Flegias) che traghetta le anime dei morti da una sponda all’altra dello Stige. C’è stato un periodo della mia vita in cui conoscevo l’Inferno di Dante quasi a memoria, ma ho dimenticato tutto. Di Flegias proprio non avevo nessun ricordo, e pensavo che nello Stige ci fosse Caronte. Ecco un breve ripasso.
Nella religione greca e in quella romana Caronte era il traghettatore che trasportava le anime dei nuovi morti da una riva all’altra del fiume Acheronte, che divideva il mondo dei vivi da quello dei morti. L’Acheronte è uno dei cinque fiumi dell’Ade. Gli altri sono Stige, Cocito, Flegetonte e Lete. Secondo diffuse tradizioni, il traghettatore esigeva un obolo per il trasporto, da qui l’usanza di seppellire i morti con monete, tipicamente appoggiate sugli occhi o sotto la lingua. Caronte è presente anche nell’Eneide di Virgilio in cui, diversamente dal solito, trasporta le anime attraverso lo Stige. Nella Divina Commedia, Caronte si incontra nel terzo canto dell’Inferno e fa attraversare l’Acheronte a Dante e a Virgilio.
Nell’ottavo canto, invece, Dante e Virgilio si trovano nel quinto cerchio, quello di iracondi e accidiosi, e lì incontrano Flegias, che con la sua barca li aiuta ad attraversare lo Stige, che in quella zona degli inferi forma una palude. Secondo la mitologia, Flegias era il re dei Lapiti che, a causa di un diverbio con Apollo, incendiò il tempio dedicato a quest’ultimo e fu quindi ucciso per la sua irriverenza. Nell’Eneide Flegias, nel mondo dei morti, ammonisce tutti a non disprezzare gli dei. Date le sue vicende personali, Dante lo colloca tra gli iracondi, ma non specifica quale sia esattamente la sua funzione (non sembra essere un traghettatore di professione).
Caronte svolge il ruolo di psicopompo. Copincollo da Wikipedia: “Nella mitologia e in religione, lo psicopompo è una figura (in genere una divinità) che svolge la funzione di accompagnare le anime dei morti nell’oltretomba. La parola “psicopompo” deriva dal greco ψυχοπομπóς, da psyche (anima) e pompós (colui che manda).”
Wikipedia ha una pagina con una lista di divinità psicopompe, che a sua volta è una sorta di sottocategoria di un’altra praticissima pagina che elenca e classifica le divinità per tipo.
Un altro psicopompo famoso è Ermes nella mitologia greca, e il suo corrispondente romano Mercurio: figlio di Zeus/Giove, è il dio dei commerci, dei viaggi, messaggero degli dei, e tutta una serie di altre cose tra le quali, appunto, lo psicopompo, accompagna cioè gli spiriti dei morti nell’aldilà. La varietà di attività in cui è coinvolta questa divinità tuttofare ha in realtà un filo conduttore ben preciso: Ermes è il dio del cambiamento, della trasformazione, del passaggio, dello scambio.
The Boatman’s Call, meraviglioso album di Nick Cave & the Bad Seeds del 1997, avevo sempre pensato che si riferisse nel titolo a Caronte, e la sua “chiamata” fosse metaforicamente la chiamata della morte o una cosa del genere. Il boatman potrebbe anche essere Flegias, magari con un riferimento preciso al verso dantesco in cui Flegias urla “Or se’ giunta, anima fella!” (eccoti arrivata, anima malvagia!). Ma non ho trovato conferme alla mia tesi né teorie alternative. In compenso mi sono imbattuta per caso nell’espressione slang “little man in the boat” che significherebbe “clitoride”. Un paragone che a me non sarebbe mai venuto in mente. C’è anche una maglietta che lo rappresenta visivamente:
Cercando informazioni sugli psicopompi ho anche scoperto per caso l’esistenza della Caronte & Tourist S.p.A., una compagnia di traghetti nello stretto di Messina. Va bene che Caronte è proprio un traghettatore che porta passeggeri da una sponda all’altra, ma è comunque una scelta macabra considerando che 1) i passeggeri di Caronte sono morti; 2) sono diretti all’inferno e destinati a un’eternità di atroci torture; 3) Caronte non è mai stato presentato come un tipo amichevole. Il sito della Caronte & Tourist offre anche un FAQ, ma con mia grande sorpresa non è prevista la domanda “perché diavolo vi chiamate Caronte?”