#100 battlestar galactica (terza parte)

Dopo due lunghi post su Battlestar Galactica (questo e questo) mi sono accorta che, a distanza di quasi un anno, ho ancora un paio di cose da dire in proposito.

Katee Sackhoff, l’attrice che interpreta Kara “Starbuck” Thrace nella serie nuova di Battlestar Galactica (2004-2009), è apparsa in due episodi di Big Bang Theory, interpretando se stessa. Katee Sackhoff compare infatti nelle fantasie masturbatorie di Howard Wolowitz.

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La prima apparizione è nell’episodio La formula della vendetta / The Vengeance Formulation (S03 E09), del 2009: Howard si immagina Katee in una situazione romantica (vasca da bagno, luce soffusa, bicchieri di vino), e si scambiano il seguente dialogo, spassosissimo e contenente i soliti riferimenti nerd (Cylon e coloni sono le due fazioni contrapposte in Battlestar Galactica, e la principessa Leia, Leila nella versione italiana, è ovviamente quella di Star Wars – lo dico per i non-nerd là fuori).

Howard: So nice you could join me this evening. You’re looking lovely as always.
Katee Sackhoff: Thanks, Howard. Always nice to be part of your masturbatory fantasies.
Howard: Come on, Katee, don’t make it sound so cheap.
Katee: I’m sorry, fiddling with yourself in the bathtub is a real class act.
Howard: Thank you. So, shall we get started?
Katee: Sure. But can I ask you a question first?
Howard: You want to play Cylon and colonist?
Katee: No. I want to know why you’re playing make-believe with me when you could be out with a real woman tonight.
Howard: You mean, Bernadette?
Katee: No, I mean Princess Leia. Of course I mean Bernadette. She’s a wonderful girl and she really likes you.
Howard: I know, but she’s not you.
Katee: I’m not me. The real me is in Beverly Hills going out with a tall, handsome, rich guy […].

La seconda apparizione è nell’episodio La deviazione del troll virtuale / The Hot Troll Deviation (S04 E04), del 2010: Howard predispone la giusta atmosfera nella sua stanza e dà inizio alla tipica fantasia, ma questa volta Katee indossa l’uniforme da pilota di Viper di Battlestar Galactica. La fantasia degenera presto e si aggiungono prima Bernadette e poi George Takei.

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George Takei, Katee Sackhoff, Howard e Bernadette.

George Takei (nato nel 1937) è un attore famoso per il ruolo di Hikaru Sulu, timoniere dell’Enterprise nella serie classica di Star Trek e nei primi sei film (Sulu è interpretato da John Cho nei due film diretti da J.J. Abrams, Star Trek del 2009 e Star Trek Into Darkness del 2013).

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Hikaru Sulu

George Takei è dichiaratamente gay (nel 2008, dopo una relazione di oltre ventun’anni, ha sposato il compagno Brad Altman con rito buddhista) e si impegna come attivista per i diritti gay.

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George Takei

Quando George Takei compare nella fantasia di Howard Wolowitz, Katee chiede a quest’ultimo se ha tendenze omosessuali latenti. A quel punto George e Katee si mettono a discutere tra loro sulla difficoltà di recitare in generi diversi dalla fantascienza, essendo entrambi diventati due icone nei loro ruoli più celebri. Più avanti, al primo appuntamento con Bernadette, Katee e George fungono da “amici immaginari” che “aiutano” Howard.

La quarta stagione di Battlestar Galactica è stata prodotta e poi trasmessa divisa in due parti, separate da sette mesi di pausa, a causa dello sciopero degli sceneggiatori (WGA strike) del 2007-2008.
Lo sciopero è durato per 100 giorni, dal novembre 2007 al febbraio 2008, e ha avuto effetti significativi sul mondo televisivo americano: molte serie non hanno potuto completare la stagione come era stata prevista, ad esempio la prima stagione di Big Bang Theory ha solo 17 episodi (8 erano stati prodotti prima dello sciopero, e 9 sono stati recuperati dopo) mentre tutte le altre sue stagioni ne hanno 23 o 24. Della prima stagione di Breaking Bad sono stati prodotti solo 7 dei 9 episodi previsti, e qualcosa di simile è successo per Grey’s Anatomy (stagione 4), tutti i CSI, e un sacco di altre serie.

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Una scena di Sometimes a Great Notion, tanto per farvi capire il mood dell’episodio.

Senza la certezza che Battlestar Galactica sarebbe continuata, l’episodio Sometimes a Great Notion è stato pensato come un potenziale finale. Concluso lo sciopero, il canale Sci-Fi ha deciso di produrre altri dieci episodi fino al finale inizialmente programmato.
Sometimes a Great Notion (l’episodio 11 o 13 della quarta stagione: dipende se si considera Razor come doppio episodio di inizio stagione oppure come film separato dalla serie) è un episodio molto triste. Per mettere il cast nell’umore giusto, pare che Edward James Olmos dicesse a tutti che la serie sarebbe sicuramente stata cancellata e che quella era la fine.
Il titolo è un riferimento al secondo romanzo, pubblicato nel 1964, di Ken Kesey (1935-2001), scrittore statunitense noto soprattutto per Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo’s Nest, 1962).
Sometimes a Great Notion credo che non sia stato tradotto in italiano, ma è arrivato anche in Italia il suo adattamento cinematografico, Sfida senza paura (Sometimes a Great Notion, 1971), con Paul Newman e Henry Fonda.

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Ken Kesey

Il titolo del romanzo, a sua volta, viene da Goodnight, Irene, canzone popolare americana, registrata per la prima volta da Lead Belly. Il testo parla di un amore tormentato, della tristezza e delle fantasie suicide dell’autore: Sometimes I live in the country / Sometimes I live in town / Sometimes I have a great notion / To jump into the river and drown. (“Notion” in inglese può significare, come “nozione” in italiano, conoscenza, cognizione o credenza su qualcosa, ma anche impulso e desiderio).

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Lead Belly

Avevo parlato qui, a proposito di Helo in Battlestar Galactica, dell’archetipo del “red-shirt character”. Mi autocito: «uno di quei personaggi che muoiono subito dopo la loro prima apparizione, e vengono introdotti con lo scopo di aggiungere dramma e mostrare quanto una determinata situazione sia pericolosa, senza però uccidere altri personaggi che hanno ruoli più importanti (gli spettatori devono capire che i protagonisti stanno rischiando la vita). La definizione “red-shirt character” deriva dalla serie classica di Star Trek (1966–69), in cui “the red-shirted security personnel frequently die during episodes” (lo dice Wikipedia).»

Se non sapete questa cosa, non potete cogliere citazioni e riferimenti, come in un episodio di South Park (Ai confini della realtà / City on the Edge of Forever, S02 E07) in cui lo scuolabus finisce fuori strada e rimane bloccato sull’orlo di un precipizio. Un ragazzino mai visto prima, vestito con la divisa rossa di Star Trek, esce per cercare aiuto, e viene divorato da un mostro.

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E poi non potreste capire battute e fumetti come questo, di Lunarbaboon:

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Tra l’altro, oggettivamente, anche Dylan Dog indossa una red shirt.

#92 battlestar galactica (seconda parte)

Nel post precedente si parlava di Battlestar Galactica, delle differenze tra la serie originale del 1978 e quella “re-immaginata” del 2003-2009, del comandante Bill Adama e di suo figlio Lee “Apollo” Adama.

Lee e Bill Adama nella serie re-imagined.
Lee e Bill Adama nella serie re-imagined.

Il capitano Lee “Apollo” Adama nella serie originale era interpretato da Richard Hatch, l’unico attore che compare in entrambe le versioni: nel re-imagined fa Tom Zarek.

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Richard Hatch come “Apollo” nella serie originale.
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Richard Hatch come Tom Zarek nel re-imagined.

Nella serie originale, Apollo è il migliore amico del tenente Starbuck (in italiano, SENZA APPARENTE RAGIONE, si chiama Scorpion).
Il tenente Starbuck, interpretato da Dirk Benedict, è un pilota di Viper (un tipo di caccia spaziale molto usato nelle battaglie contro i cylon), giocatore d’azzardo, donnaiolo, fumatore di sigari.

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Dirk Benedict, lo Starbuck originale.

Ed ecco Starbuck nella serie nuova:

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È Kara Thrace, nome di battaglia “Starbuck” (in italiano, di nuovo, Scorpion), abile pilota di Viper e giocatrice d’azzardo, fumatrice di sigari, interpretata da Katee Sackhoff, che all’epoca della miniserie del 2003 aveva solo ventitré anni.

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Si notano comunque delle somiglianze tra i due Starbuck.

Il tenente Starbuck e Starbucks (la catena di caffetterie) prendono il nome da Starbuck, il primo ufficiale del Pequod, la baleniera di Moby Dick. Starbuck è un quacchero, serio e prudente, che cerca di contrastare il piano del capitano Achab (anche Kara Thrace è religiosa e si oppone spesso agli ordini del suo comandante, ma è ben più testarda e spericolata).

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Dirk Benedict e Katee Sackhoff, insieme da Starbucks.

Tra i due Battlestar Galactica c’è un altro significativo cambio di sesso: Boomer, interpretato da Herbert Jefferson Jr. nella serie originale, diventa Sharon Valerii, nome di battaglia “Boomer”, interpretata da Grace Park nel re-imagined. Più avanti nella serie, Sharon “cambia” nome di battaglia in Athena: Athena nella serie del 1978 era la figlia di Bill Adama, sorella di Lee, amante di Starbuck (!), tenente, interpretata da Maren Jensen.

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Boomer (Herbert Jefferson Jr.) nella serie originale.
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Grace Park, Boomer nella serie nuova.

Sharon Valerii ha una relazione con Karl C. Agathon, “Helo”, interpretato da Tahmoh Penikett.
Primo fun fact: il nome Karl C. Agathon deriva dalla frase in greco antico “kalon k’agathon” (o “kalos k’agathos”, καλὸς κἀγαθός), che significa “il bello e buono” ed era usata per descrivere l’ideale di uomo, incarnazione di estetica ed etica. E in effetti Helo è figo e moralmente impeccabile allo stesso tempo.

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Sharon e Helo.

Secondo fun fact: Helo era stato inizialmente pensato come un “red-shirt character”: uno di quei personaggi che muoiono subito dopo la loro prima apparizione, e vengono introdotti con lo scopo di aggiungere dramma e mostrare quanto una determinata situazione sia pericolosa, senza però uccidere altri personaggi che hanno ruoli più importanti (gli spettatori devono capire che i protagonisti stanno rischiando la vita). La definizione “red-shirt character” deriva dalla serie classica di Star Trek (1966–69), in cui “the red-shirted security personnel frequently die during episodes” (lo dice Wikipedia).

Spoiler su Helo: nella miniserie, Helo viene lasciato su Caprica. L’idea iniziale era di non mostrarlo mai più e fare intendere agli spettatori che fosse morto. Ma il pubblico si era affezionato a lui, e gli autori hanno pensato alla sottotrama, inizialmente non programmata, di Helo e Sharon sul pianeta Caprica occupato dai cylon.

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Helo e Sharon su Caprica.

Uno che invece è e rimane un red-shirt character è Tarn, introdotto e ucciso tra l’ultimo episodio della stagione 1 e il primo episodio della stagione 2. Ve lo dico solo perché l’attore è Warren Christie, che faceva uno dei protagonisti nella serie tv di fantascienza Alphas: era Cameron Hicks, che aveva il superpotere della mira super precisa. La seconda stagione di Alphas, del 2012, non ha avuto abbastanza ascolti e il canale Syfy (lo stesso di Battlestar Galactica re-imagined, che all’epoca si chiamava Sci-Fi Channel) ha deciso di non rinnovare la serie, che si è quindi interrotta bruscamente dopo un cliffhanger. Sheldon Cooper, nell’episodio 21 della sesta stagione di Big Bang Theory (2013), aspettava con ansia la terza stagione di Alphas e apprende della sua cancellazione con grande disappunto, così rompe le palle alla redazione di Syfy per lamentarsi e chiedere il rinnovo (così come i fan avevano protestato per la cancellazione di Firefly nel 2002 da parte della Fox).

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Warren Christie in Alphas.

Un altro (più importante) collegamento tra Battlestar Galactica e Big Bang Theory è Michael Trucco, attore che interpreta Samuel T. Anders in Battlestar Galactica e il dottor David Underhill in alcuni episodi di Big Bang Theory.
Michael Trucco fa anche Nick Podarutti, il ragazzo (stupido ma bello) di Robin nell’ottava stagione di How I Met Your Mother.

Michael Trucco come Samuel T. Anders in una delle immagini più fighe della storia della fantascienza.
Michael Trucco come Samuel T. Anders in una delle immagini più fighe della storia della fantascienza.
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Michael Trucco in Big Bang Theory.

Ma arriviamo al mio personaggio preferito: il dottor Gaius Baltar, brillante scienziato, guru religioso nel tempo libero, occasionalmente presidente delle Dodici Colonie, goffo e spesso ridicolo senza volerlo, egocentrico, dotato di una spiccata tendenza all’autoconservazione e di una morale alquanto flessibile.

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Gaius Baltar scienziato.

Il suo nome è probabilmente un riferimento all’imperatore romano Gaio Cesare (Imperator Gaius Caesar), meglio conosciuto con il soprannome Caligola (12-41 d. C.), descritto come despota, stravagante, edonista, depravato, e che ha ispirato numerose opere artistiche e letterarie dall’antichità a oggi.

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Gaius Baltar guru religioso.

Gaius Baltar nel re-imagined è interpretato dall’attore britannico James Callis, che forse avrete visto nei film di Bridget Jones.

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James Callis con Bridget Jones.

Il suo omologo nella serie originale del 1978 era il conte Baltar (John Colicos), uno degli antagonisti principali perché ha tradito la propria specie (gli umani) collaborando con i cylon. Anche il Gaius Baltar re-immaginato ha “tradito” l’umanità, ma non l’ha proprio fatto apposta.

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Il motivo per cui Baltar ha collaborato con i cylon.

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Nell’immagine qui sopra, sulla destra: la riconoscete?

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In Battlestar Galactica è D’Anna Biers, ma l’attrice, Lucy Lawless, è soprattutto famosa come Xena – Principessa guerriera (Xena: Warrior Princess). La serie, fantasy epico-storico-mitologico, ambientata nell’antica Grecia, è stata prodotta dal 1995 al 2001.
Piccolo fun fact: Caligola (Gaius Caesar) appare in un episodio di Xena (S6 E12, Xena contro Caligola, 2001).

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John Cavil

Un altro personaggio spettacolare di Battlestar Galactica re-imagined è John Cavil (e non posso dire altro per non spoilerare!), interpretato da Dean Stockwell, attore americano nato nel 1936 con una lunghissima carriera.

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Dean Stockwell tenero ragazzino in Stars in My Crown, film del 1950 di Jacques Tourneur.

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Una simpatica peculiarità di Battlestar Galactica è l’imprecazione “frak” (o “frack”), una versione di “fuck” appositamente inventata per evitare la censura nella serie del 1978. L’espressioni ha continuato a essere utilizzata in tutte le successive versioni di Battlestar Galactica ed è spesso citata in altre opere di fantascienza o genericamente nerd.

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Spassoso fun fact:

Il comandante Bill Adama, nella sua cabina a bordo della Galactica, si fa la barba davanti a uno specchio Ikea. Lo specchio si chiama “Fräck”.

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In conclusione: Battlestar Galactica è una figata. Anche se c’è qualche buco di trama, anche se il finale (proprio l’ultimo episodio) è vagamente deludente, è comunque bellissimo. In più, è ammirevole che la storia sia coerente e che abbiano cercato di fornire spiegazioni esaurienti per quasi ogni dettaglio, senza lasciare misteri aperti (a differenza, per dire, di Lost). Quindi vi consiglio caldamente di guardare, se non lo avete ancora fatto, la miserie del 2003 e la serie del 2004-2009 (ci sono anche dei webisodi, due film e uno spin-off che però non sono indispensabili).

Guardatelo, e anche voi vi chiederete:

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Un terzo post su Battlestar Galactica lo trovate qui.

#91 battlestar galactica (prima parte)

Wellentheorie era una bimba che frequentava assiduamente la biblioteca comunale. Un giorno si ritrova per caso davanti allo scaffale di Urania, senza avere la minima idea di cosa siano l’Urania e la fantascienza. Sta osservando affascinata i titoli sulle coste dei libri quando, alle sue spalle, un passante la schernisce facendole capire chiaramente che la fantascienza è roba da sfigati. Wellentheorie, giovane e conformista, coglie il messaggio e si allontana dallo scaffale con nonchalance, stile moonwalk all’indietro.
Passano gli anni: Wellentheorie è ormai ben più vicina ai trenta che ai venti, e la fantascienza entra finalmente nella sua vita. E Wellentheorie scopre che è una figata pazzesca.

Condivido oggi questo trauma infantile con voi per parlare di me stessa in terza persona e soprattutto per introdurre il tema di questo post e del prossimo (entrambi abbastanza spoiler-free!): Battlestar Galactica, una figata pazzesca.

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La prima Battlestar Galactica è una serie televisiva del 1978 in ventiquattro episodi, a cui fanno seguito una seconda serie del 1980 in dieci episodi (chiamata Galactica 1980) e alcuni adattamenti cinematografici. Nel 2003 esce il primo “re-imagined” (molto meno fedele di un remake, più creativo di un reboot: riprende personaggi, luoghi e vicende della serie originale ma li modifica e aggiunge nuovi elementi): una miniserie in due episodi da 90 minuti ciascuno, che può essere considerata il pilot della successiva serie tv, con lo stesso cast, in quattro stagioni, trasmessa dal 2004 al 2009. La serie del 1978, la miniserie del 2003 e la serie del 2004-2009 si chiamano Battlestar Galactica, ma la prima è conosciuta in Italia come Galactica e il suo episodio pilota era uscito anche in una versione cinematografica chiamata in origine Battlestar Galactica ma tradotta in italiano Battaglie nella galassia. In realtà il titolo non parla di battaglie né di galassie (per quanto battaglie e galassie siano presenti) ma si riferisce alla (astro)nave da guerra (= “battlestar”) di nome Galactica, protagonista della serie.

Qui parlo principalmente del re-imagined: miniserie e serie tv (non potete guardare la serie senza aver visto la miniserie, non si capisce niente).

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La maestosa battlestar Galactica, circondata dalla flotta coloniale.

La premessa della storia è questa: l’umanità ha da tempo abbandonato Kobol, il suo pianeta natale, e ha fondato, all’interno di un sistema solare molto distante, le Dodici Colonie di Kobol (the Twelve Colonies of Kobol). Le Dodici Colonie costituiscono una repubblica federale e sono situate su dodici pianeti (dodici pianeti abitabili in un unico sistema solare? Sì, è inverosimile, ma è così) che prendono i nomi dalle costellazioni e i segni dello zodiaco: Aquaria (acquario), Aerilon (ariete), Canceron (cancro), Caprica (capricorno), Gemenon (gemelli), Leonis (leone), Libran (bilancia), Picon (pesci), Sagittaron (sagittario), Scorpia (scorpione), Tauron (toro), e Virgon (vergine).
Le Colonie sono state in guerra con un popolo di robot (creati da una razza rettiliana nella serie originale, creati dall’umanità nella serie re-imagined) chiamati cylons (cyloni in italiano). Dopo un armistizio e alcuni decenni di pace*, i cylon attaccano a sorpresa le Dodici Colonie, distruggendole. I morti sono miliardi: dell’intera specie umana soltanto circa 50.000 persone riescono a sopravvivere e a mettersi in salvo a bordo di una flotta spaziale (the Colonial Fleet), formata da circa 60 navi civili e commerciali, guidate dall’unica nave militare rimasta, cioè la Battlestar Galactica (ma sarà davvero l’ultima?). La flotta viaggia nell’universo, in fuga dai cylon e alla ricerca di un pianeta leggendario chiamato Terra, dove si sarebbe stabilita la tredicesima tribù dell’umanità dopo l’antico esodo da Kobol.

* Volendo essere precisi: nella serie originale la guerra cylon dura mille anni e si conclude, all’inizio della serie, con un finto trattato di pace, dopo il quale i cylon attaccano le colonie. Nel re-imagined, la guerra dura dodici anni e mezzo ed è seguita da una pace di quarant’anni, dopodiché i cylon attaccano all’improvviso. In entrambi i casi l’attacco cylon avviene nell’episodio pilota e funge da antefatto all’intera serie.

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I cylon nella serie originale.
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I cylon nella serie nuova (l’attrice è Tricia Helfer).

La storia è appassionante, i personaggi sono ben costruiti, e in più, nonostante l’ambientazione fantascientifica, vengono affrontati molti argomenti interessanti e attuali: si parla di razzismo e discriminazione, religione (politeismo e monoteismo, fede e scetticismo), terrorismo e guerra, malattia terminale, il mistero dell’evoluzione (si accenna persino all’Eva mitocondriale! Ne avevo parlato qui), le conseguenze della tecnologia, convivenza tra potere civile e militare, difficili scelte politiche. Ad esempio, un tema che ho trovato particolarmente interessante (affrontato nell’episodio The Captain’s Hand, stagione 2, episodio 17, del 2006) è quello dell’aborto: l’interruzione di gravidanza era perfettamente legale nelle Dodici Colonie, e rimane legale sulla flotta, è anzi una pratica molto diffusa a causa delle difficili condizioni di vita (continue battaglie con i cylon, scontri interni, carenza di cibo e acqua). Ma se i pochi superstiti dell’intera razza umana non fanno figli, il rischio di estinzione della specie diventa molto concreto. Per questo la presidente Roslin decide di vietare l’aborto, anche se contro i propri princìpi.

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Nella serie nuova, Laura Roslin, sottosegretario all’istruzione delle Dodici Colonie, dopo l’attacco rimane la più alta carica civile (gli altri, compreso il presidente Adar, sono morti) e viene quindi nominata presidente delle Dodici Colonie.
Fun fact: la scena della cerimonia del suo giuramento come presidente a bordo del Colonial One è stata modellata su quella di Lyndon Johnson a bordo dell’Air Force One dopo l’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy nel novembre 1963 (fonte).

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Altro fun fact: nella scena in cui un dottore comunica a Laura Roslin che ha il cancro, sullo sfondo, nel cielo oltre la finestra, si intravede (video) passare la Serenity, l’astronave di Firefly, altra serie tv di fantascienza, cancellata dopo una sola stagione con grande disappunto dei fan.

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Laura Roslin non ha un omologo nella serie originale. L’attrice, Mary McDonnell, ha fatto tra le altre cose “Alzata con Pugno” (Stands With A Fist) che sposa Kevin Costner in Balla coi lupi (Dances with Wolves, 1990) e Rose Darko, madre del protagonista in Donnie Darko (2001).

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Mary McDonnell in Balla coi lupi.

Mentre Laura Roslin è il leader civile della flotta, quello militare è il comandante della Galactica: William “Bill” Adama (in italiano, senza apparente ragione, Adamo) interpretato da Edward James Olmos.

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Forse lo avete già visto nella sesta stagione di Dexter (2011), dove indossa sempre adorabili golfini e fa James Gellar, professore dell’Università di Tallahassee, esperto di Apocalisse e “scomparso” da alcuni anni.

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Colin Hanks (il figlio di Tom Hanks!) e Edward James Olmos in Dexter.

Un altro attore che compare in entrambe le serie è Samuel Witwer, “Crashdown” in Battlestar Galactica e Neil Perry nella prima stagione di Dexter (quello che sostiene di essere il Killer del Camion Frigo, ovvero the Ice Truck Killer).

Samuel Witwer come "Crashdown”, a bordo di un Raptor (navicella spaziale militare).
Samuel Witwer come “Crashdown”, a bordo di un Raptor (navicella spaziale militare).
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Samuel Witwer in Dexter, nella scena “Who the fuck are you?

Ma non divaghiamo.

Il figlio di Bill Adama è Leland Joseph Adama, meglio conosciuto come Lee o con il nome di battaglia (callsign) “Apollo”, interpretato da Jamie Bamber.

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Lee “Apollo” Adama.

Nonostante fossi convinta che personaggio e attore fossero evidentemente gay, sembrano in realtà entrambi etero. Jamie Bamber ha sposato l’attrice Kerry Norton e hanno tre figlie. Kelly Norton fa un personaggio ricorrente in Battlestar Galactica: Layne Ishay, paramedico e assistente del dottor Cottle.

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Jamie Bamber e Kerry Norton con le figlie.

Michael Hogan e Susan Hogan sono un’altra coppia sposata nella realtà ma non nella serie: lui è il mitico colonnello Saul Tigh, lei è Doyle Franks, capitano della Prometheus, una nave civile della flotta. Non è tra i personaggi principali ma si vede più volte, soprattutto durante il processo a Gaius Baltar.

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Michael Hogan nei panni del mitico colonnello Saul Tigh.
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Susan Hogan nei panni del capitano Doyle Franks.

Ma non divaghiamo.

Per interpretare padre e figlio (Bill e Lee Adama), i due attori hanno cercato di assomigliarsi: Edward James Olmos ha i capelli scuri e gli occhi castani, ma ha portato lenti a contatto blu; Jamie Bamber, che ha gli occhi azzurri e i capelli chiari, si è tinto i capelli per scurirli.

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Un Edward James Olmos più giovane e baffuto.

Edward James Olmos nella realtà ha avuto parecchie mogli e parecchi figli, tra cui Bodie James Olmos: che in Battlestar Galactica fa il tenente Brendan Costanza, meglio conosciuto come “Hotdog”.

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Bodie James Olmos (“Hotdog”) in Battlestar Galactica.

Le cose da dire sono ancora molte: proseguono nel prossimo post.