UFO, ufologi, e extraterrestri

Unacknowledged, da poco disponibile su Netflix Italia, è un documentario sugli UFO e sui contatti con gli extraterrestri che il governo americano ci ha sempre tenuto nascosti.

Il trailer:

Il Fox Mulder della situazione è Steven M. Greer, un traumatologo che ha abbandonato la professione medica per dedicarsi all’ufologia a tempo pieno. La sua passione è nata nell’infanzia, a circa 8 anni, quando vide – sua sorella rapita dagli alieni? No, – un disco volante nel cielo, in pieno giorno. Tutti gli dissero che se lo era immaginato, ma lui rimase dell’idea che fosse un velivolo extraterrestre. Da allora ha approfondito parecchio la questione alieni, tanto che ne sa più lui del direttore della CIA (James Woolsey, all’epoca in cui era direttore della CIA, avrebbe chiesto a Steven Greer un incontro nel quale gli avrebbe fatto un sacco di domande sugli alieni. James Woolsey ha sempre negato l’incontro).

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Steven Greer (foto nel pubblico dominio di Emadmoussa, via Wikimedia Commons) – le foto carine e ad alta risoluzione erano tutte protette da copyright

Unacknowledged sostiene almeno una decina tesi, non del tutto compatibili tra loro, che vi riassumo:
1. Oggetti volanti di effettiva origine extraterrestre, pilotati da creature aliene, sono stati spesso avvistati; più volte sono precipitati e i resti dei velivoli e dei passeggeri sono stati visti e recuperati (ci sono persone che lo hanno testimoniato) e poi ovviamente nascosti.
2. Molti degli avvistamenti di UFO sono avvenuti nei pressi di basi militari che possedevano o sperimentavano armi atomiche perché, evidentemente, gli alieni sono incuriositi o preoccupati di questa letale arma inventata dal genere umano.
3. C’è una base aliena sulla luna.
4. L’intera questione degli alieni viene gestita da misteriosissimi reparti della CIA e di altre agenzie che agiscono all’oscuro del governo americano (il presidente degli Stati Uniti e i membri del congresso non ne sanno niente) e forse spesso addirittura dei vertici delle loro stesse agenzie, e ricevono cospicui quanto oscuri fondi governativi che non vengono rendicontati.
5. L’intera questione degli alieni viene tenuta accuratamente nascosta al grande pubblico perché, altrimenti, la gente andrebbe nel panico.
6. Per tenere tutto quanto super segreto, i soliti reparti segretissimi hanno infiltrati in tutti i settori dell’informazione, per deformare a proprio piacimento le notizie che vengono trasmesse al pubblico, e in ambito scientifico-accademico, in cui corrompono autorevoli scienziati affinché si dichiarino scettici nei confronti delle visite degli alieni sul nostro pianeta.
7. Reparti molto oscuri, e altrettanto cospicuamente finanziati, di varie agenzie governative e militari hanno, negli ultimi decenni, sviluppato tecnologie super avanzate, derivate dallo studio e dall’imitazione della tecnologia aliena rinvenuta nei vari schianti di UFO ma anche dalle invenzioni di Nikola Tesla (?) che includono velivoli del tutto simili a quelli alieni e sistemi per produrre energia illimitata e sostanzialmente priva di costi dallo spazio vuoto (?).
8. Queste ultime tecnologie super avanzate vengono tenute super segrete perché, se diffuse, il mondo diventerebbe all’improvviso uniformemente benestante e pacifico; a differenza dell’attuale sistema economico che fomenta ignoranza, guerre e profondi divari tra masse in miseria e ristretti gruppi immensamente ricchi.
9. Queste ultime tecnologie, specialmente quelle che riproducono fedelmente i velivoli alieni, verranno prossimamente impiegate dal governo americano (o forse da tutti i governi mondiali) per simulare un’invasione aliena e, di fronte alla minaccia extraterrestre, unire in una agguerrita fratellanza tutti i popoli della Terra.
10. I rapimenti delle mucche sono in realtà effettuati da enti governativi con l’intenzione di instillare il sospetto che extraterrestri malvagi e senza scrupoli vogliano attaccarci.

ufo cow alien abduction
Immagine di pubblico dominio da Pixabay

Riguardo a quest’ultimo fatto: ci sono innumerevoli testimonianze da tutto il mondo, la prima delle quali risale addirittura al Seicento, di animali (pecore, cavalli, capre, maiali, conigli, gatti, cani, ecc.) trovati morti e vittime di particolarissime mutilazioni (ad esempio di orecchie, bulbi oculari, lingua, genitali, linfonodi, ecc.). Le incisioni appaiono in genere molto precise e prive di sangue. Le spiegazioni proposte negli anni variano da cause naturali e predatori, a sociopatici e membri di sette. Ma la nostra ipotesi preferita, ovviamente, è che il bestiame sia stato rapito dagli alieni per condurre ricerche ed esperimenti. Un’altra ipotesi diffusa è che i responsabili siano enti governativi o militari che, segretamente, studiano le nuove malattie degli animali e la possibilità che si trasmettano agli umani, oppure cercano di sviluppare armi biologiche, oppure, come sostiene il nostro Steven Greer, mettono in scena questi finti rapimenti alieni per dare agli extraterrestri una cattiva reputazione.

Atacama Humanoid skeleton
Lo scheletro di Atacama in uno screenshot da YouTube

In Unacknowledged sono mostrati più volte spezzoni di filmati di quello che sembra un piccolo cadavere alieno, anche se non viene mai spiegato di cosa si tratti. Se ne era parlato più approfonditamente in un altro documentario, Sirius, coprodotto da Steven Greer nel 2013.

È lo scheletro di Atacama, affettuosamente chiamato Ata, che fu ritrovato nel 2003 nel deserto di Atacama e ha tutta l’aria di essere un piccolo alieno, alto soli 15 centimetri. I resti sono stati analizzati: sembrano risalire a pochi decenni prima e, soprattutto, sono umani. Dal DNA mitocondriale, la madre doveva essere originaria del Sud America occidentale. Si tratta con ogni probabilità di un feto umano, nato prematuramente, e morto prima o subito dopo il parto, con malformazioni e disordini genetici che gli hanno provocato una deformazione del cranio e due costole in meno (ne ha dieci, e non dodici come tutti gli esseri umani normali).

atacama desert
Immagine di pubblico dominio da Pixabay

Se si tratta di resti umani, perché un ufologo ne parla con tanto entusiasmo? Be’, Wikipedia lo liquida come decisamente umano, ma Ata presenta in realtà qualche dubbio:
1. Le malformazioni che presenta, a partire dal cranio e dalle costole, sono estremamente rare: le probabilità che si presentino tutte insieme in un unico essere umano sono molto vicine allo zero.
2. Se alcuni tratti fanno pensare a un feto, il grado di sviluppo della cartilagine delle ginocchia corrisponde a quello di un bambino tra i sei e gli otto anni. Ma come avrebbe potuto sopravvivere per anni un essere umano con tutte quelle malformazioni, rimanendo di quelle dimensioni e, per di più, in un ambiente ostile e poco ospedalizzato come il deserto di Atacama?
3. Il DNA dei resti è risultato corrispondere al 91% con il DNA umano: il restante 9% potrebbe essere conseguenza di un errore del computer o una questione di degradazione del campione, tutte cose abbastanza comuni. Ma, se non si può dimostrare che quel 9% sia non-umano, non si può neanche dimostrare che sia umano. E ricordiamo che gli scimpanzé hanno solo un 3-4% del patrimonio genetico che differisce dal nostro, e gli scimpanzé ci assomigliano ben poco. Se quel 9% fosse anche solo parzialmente non-umano, potremmo essere di fronte a una creatura molto diversa.

Greer parla dello scheletro di Atacama:

Fun fact: la voce narrante in Unacknowledged è di Giancarlo Esposito, meglio conosciuto come Gus Fring in Breaking Bad e Better Call Saul.

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Giancarlo Esposito in una foto di Frantogian (CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons)

Tuttavia, lo scetticismo

A me sembra che ritrovare nel deserto di Atacama la più improbabile somma delle più rare malformazioni umane sia comunque più probabile rispetto a un cadavere alieno. Che il governo americano tenga nascosti vari progetti e tecnologie è senza dubbio possibile, e se un oggetto volante non identificato si aggira nei paraggi di una base militare, mi pare lecito ipotizzare che si tratti di un velivolo militare umano, magari tenuto nascosto ai più, ma comunque umano. In altre parole, se senti degli zoccoli, pensi a un cavallo, non a una zebra (a meno che tu non sia in Africa o in uno zoo): una lezione che personalmente ho imparato dal dottor Cox di Scrubs: «If you hear hoof-beats, you just go ahead and think horses – not zebras».


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#94 dylan dog

Mi chiamo Dog, Dylan Dog.

Come accennavo nell’articolo su Atlantide, una delle mie passioni sono i fumetti. E non posso parlare di fumetti, in Italia, senza affrontare uno degli argomenti che mi stanno più a cuore: Dylan Dog.

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La prima copertina di Dylan Dog.

Potrei parlarne per giorni; partendo dalla sua ideazione, sino al declino degli ultimi anni, ci sono così tante cose da dire su Dylan Dog che trascendono il fumetto stesso, mescolandosi con la cultura italiana di fine anni Ottanta.
Ma, essendo su Wellentheorie, mi concentrerò su tutti i fun fact e le piccole notizie che riguardano il personaggio di Dylan e il suo mondo.

  1. Dylan Dog è stato creato da Tiziano Sclavi che, all’epoca, era uno scrittore della Sergio Bonelli Editore. Nel 1986, basandosi sul personaggio che aveva ideato per Dellamorte Dellamore (romanzo all’epoca inedito), creò il più famoso indagatore dell’incubo della storia.
  2. Il nome è ispirato a Dylan Thomas, poeta e drammaturgo gallese [anche Bob Dylan, il cui vero nome è Robert Zimmerman, si è ispirato a Dylan Thomas per la scelta del nome d’arte], mentre il cognome nasce dalla passione di Sclavi per i cani (ne possiede ben sette nel momento della stesura dell’articolo). La doppia iniziale uguale (D.D.) è un classico dei fumetti (Bruce Banner, Donald Duck, Mickey Mouse, Peter Parker o lo stesso bonelliano Nathan Never).
  3. Le fattezze del volto di Dylan Dog sono state ideate ispirandosi a quelle dell’attore Rupert Everett – attore che poi interpreto Francesco Dellamorte, il protagonista del film tratto dal romanzo di Sclavi, Dellamorte Dellamore.

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    Rupert Everett in Dellamorte Dellamore (1994).
  4. A proposito di film, ci sono in giro alcuni fan film interessanti. Quello che ha riscosso maggiore successo di critica (e che è stato finanziato tramite una campagna di crowdfounding) è Vittima degli Eventi che trovate QUI.
  5. Purtroppo esiste anche un film ufficiale di Dylan Dog, uscito nel 2011: Dead of Night, con Brandon Routh (attore famoso per il ruolo di Superman in Superman Returns). Il film è così brutto che un episodio di True Blood, a confronto, merita l’oscar.

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    Brandon Routh nei panni di Superman, assieme a tutti gli altri Superman della storia cinematografica e televisiva.
  6. Nel film, per altro, ci sono varie differenze con il fumetto originale. Alcune per scelta di sceneggiatura (esempio: Dylan Dog vive a New Orleans e non a Londra), altre per motivi decisamente buffi. Il più simpatico è il mancato utilizzo di un Maggiolone come auto di Dylan: infatti, dal 1968 la Walt Disney detiene i diritti cinematografici per i Maggioloni bianchi!

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    Herbie, il maggiolino della Disney – nessun altro film può mostrare un maggiolone bianco, senza pagare i diritti.
  7. Sempre nel film, l’assistente di Dylan Dog non è Groucho, ma un tizio a caso. Tuttavia, non è la prima volta che Groucho viene eliminato dal fumetto: nell’adattamento del 1999 della Dark Horse (editrice americana che ha stampato una manciata di numeri), Groucho perde i baffi e diventa Felix.
  8. Dylan Dog non è l’unico personaggio Bonelli a essere stato pubblicato dalla Dark Horse nel 1999: lo stesso onore è spettato a Nathan Never e Martin Mystère.
  9. Ma come si pronuncia Dylan Dog? Mi ricordo che quando ero ragazzino, alle medie, eravamo tutti un po’ divisi. Si sa, all’epoca l’inglese per gli italiani era una lingua lontana, non esistevano le serie tv in lingua originale e molti di noi studiavamo francese a scuola. Alcuni lo pronunciavano Dailan, altri Dilan. Fu proprio il fumetto a chiarire questo dubbio, nel numero 19, Memorie dell’invisibile: Bree Daniels, una prostituta che Dylan conosce durante l’arco della storia, lo chiama Dailan (scritto proprio così), beccandosi come risposta un “mi chiamo Dylan, come Bob Dylan”.
  10. Bree Daniels, per altro, credo abbia il primato (ma non ho dati certi, quindi se è una castroneria segnalatemelo) di primo personaggio in un fumetto italiano a morire di AIDS (nel numero 88, Oltre la morte).
  11. Come tutti gli eroi dei fumetti, Dylan Dog ha alcuni “superpoteri”:
    1. Possiede quello che lui definisce un “quinto senso e mezzo”, qualcosa simile (ma in maniera ridotta come portata) ai “sensi di ragno” di Spiderman; è, cioè, la capacità di capire che qualcosa non torna.
    2. Ogni volta che vede una bella ragazza (e nel 90% dei casi ci finisce a letto)… se ne innamora. Non il migliore dei superpoteri.
    3. Possiede la capacità di dimenticarsi costantemente la pistola quando si reca in un luogo pericoloso a indagare. Anche questo non uno dei poteri più utili, ma ottimo come espediente per rendere partecipe dell’azione Groucho (che tipicamente gliela lancia appena in tempo), che altrimenti sarebbe stato relegato a spalla comica.
  12. Dylan Dog suona uno strumento musicale: il clarinetto. Il passo più celebre che suona è Il trillo del diavolo, una sonata di Giuseppe Tartini.
  13. Il “date” perfetto di Dylan Dog è: cinema con horror b-movie, poi pizza e coca cola. Tipicamente, non l’appuntamento sognato dalle ragazze.
  14. Un altro personaggio davvero importante della storia di Dylan Dog è il commissario Bloch, le cui origini ci permetteranno di entrare nel vivo del parallelismo più azzardato della storia di questo blog. Bloch, infatti, ha le fattezze dell’attore Robert Morley. Le Morley sono il nome delle sigarette che “The Smoking Man” fuma in X-Files (brevissimo funfact dentro il funfact: le Morley sono un fake-brand che appare in moltissime opere: Breaking Bad, Law & Order, LostThe Walking Dead, Buffy the Vampire Slayer, in molte altre serie tv e film; la loro prima apparizione conosciuta risale al film Psycho – qui la lista completa).

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    La lunga storia delle Morley.
  15. Qual è il parallelismo? Ma ovvio: Dylan DogFox Mulder!
    1. Entrambi hanno un passato misterioso (beh Dylan ha quello più strano, provenendo da un’altra epoca);
    2. Entrambi non sanno chi è il loro vero padre;
    3. Entrambi scoprono, a un certo punto, che il loro vero padre è anche il loro antagonista principale (da una parte Xabaras, dall’altra, appunto The Smoking Man);
    4. Tutti e due sono personaggi dallo sguardo malinconico, dalla mente acuta e dalla curiosità sfrenata per il paranormale;
    5. Tutti e due vengono presi di mira e derisi per i casi che decidono di seguire;
    6. Tutti e due hanno un mentore che li aiuta come può, e che rischia costantemente il posto per aiutarli (Bloch da una parte, Skinner dall’altra);
    7. Tutti e due bevono tè! Dylan Dog lo beve caldo, quando va al pub con Bloch (essendo un ex alcolista, non si avvicina mai all’alcol), mentre la bevanda preferita di Mulder è il tè freddo;
    8. Entrambi hanno dei “problemi” con il sesso: Dylan Dog finisce a letto con una donna differente in ogni numero, Mulder invece è un avido collezionista e consumatore di film e riviste porno;
    9. Sia Dylan che Fox hanno dei collaboratori capaci di andare “oltre” le regole del gioco. Dylan si rivolge spesso a personaggi come medium (Madame Trelkovski) e scienziati (professor Adam), mentre Mulder si rivolge ai The Lone Gunmen, tre hacker;
    10. Nell’episodio 5×15 di X-Files, in un flashback ambientato nel 1990 si vede al dito di Mulder una fede; anche Dylan Dog è stato sposato, con Lillie Connoly, irlandese e militante nell’I.R.A.

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      I tre “Pistoleri Solitari” (The Lone Gunmen: Frohike, Langly e Byers) con Mulder.
  16. Tornando ai fun fact su Dylan Dog: ne esistono svariati videogiochi, il primo risale addirittura al 1988, mentre il più recente è del 1999 ed è stato sviluppato a Genova, la mia terra natia.
  17. Tutti quanti ci ricordiamo gli 883 (e chi ha la mia età probabilmente ha come macchia nel passato l’aver ascoltato / ballato / addirittura forse acquistato uno dei primi album). La copertina del loro terzo album, La donna, il sogno & il grande incubo, uscito nel 1995 è un omaggio a Dylan Dog (con Max Pezzali nei panni di Dylan… come direbbe Marina Massironi… brrrr rabbrividiamo).883_-_La_Donna_Il_Sogno_&_Il_Grande_Incubo
  18. Molti dei numeri di Dylan Dog sono ispirati a classici del cinema o della letteratura horror. Basti pensare al titolo del numero 1, L’alba dei morti viventi, chiaro omaggio a Dawn of the dead, primo film zombie di George Romero.
  19. Tuttavia a volte capita anche il contrario: il numero 24 di Dylan Dog si intitola I coniglio rosa uccidono, ed è citato (sia nel titolo che in qualche modo nei contenuti) ne La notte eterna del coniglio, scritto da Giacomo Gardumi ed edito da Marsilio Editore nel 2006.
  20. Per finire, un fun fact che farà contenta la nostra Wellenina: Dylan Dog è vegetariano, ama gli animali e spesso è stato usato nelle campagne animaliste contro l’abbandono degli animali durante l’estate.

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    Dylan Dog animalista.

Con questo direi che ho concluso. Se ne avete altri, ovviamente, segnalate nei commenti!

#68 sizigia

Ma ora basta parlare delle mie letture estive. Passiamo ad argomenti di maggiore interesse (?). Oggi ho scoperto una parola strana: sizigia, in inglese syzygy (avevo anche letto che sarebbe l’unico vocabolo inglese con tre y, ma non è vero: ce ne sono almeno altre 43. Grande delusione).

May 20, 2012 Solar Eclipse

Sizìgia viene da greco συζυγία che significa unione, congiunzione, ed è composta da sýn (σύν), insieme, e zygón (ζυγόν), giogo (un giogo in genere congiunge, unisce, due o più animali). Viene erroneamente detta anche sigizia, per metatesi (cioè scambio, rovesciamento dell’ordine di due suoni).

yoke

In astronomia, una sizigia è il fenomeno astrologico in cui tre (o più) corpi celesti si trovano approssimativamente allineati lungo una linea retta. Di solito uno di questi è la Terra: questo perché è possibile osservare un simile allineamento soltanto dal punto di vista di uno degli oggetti astronomici coinvolti. Quando una sizigia si verifica tra corpi celesti sui quali non c’è nessuno che osserva, il fenomeno non è osservabile, appunto, ma può essere calcolato.

moon phases

Due volte in ogni lunazione si verifica una sizigia che coinvolge la Terra, il Sole e la Luna: sono le fasi lunari del novilunio e del plenilunio, in cui la Luna si trova rispettivamente in congiunzione o in opposizione al Sole.

sizigie-novilunio-plenilunio

“Durante le sizigie l’attrazione gravitazionale del Sole e della Luna si combina costruttivamente nell’accrescere l’intensità delle maree, che vengono appunto dette maree sizigiali”.

maree 2

Si chiama invece “quadratura” la posizione in cui la Luna forma con il Sole e la Terra un angolo di 90°. Sono le fasi lunari dette del primo quarto e dell’ultimo quarto, in cui si vede cioè una mezza luna. Al primo quarto la Luna sorge a mezzogiorno e tramonta a mezzanotte, all’ultimo quarto sorge a mezzanotte e tramonta a mezzogiorno.

maree 1

Il novilunio è la fase in cui la Luna non è visibile dalla Terra perché, durante la sua orbita, il nostro satellite si trova tra noi e il Sole. Quindi è presente in cielo durante il giorno e, dal nostro punto di vista, risulta molto vicina al Sole. Quando i tre sono perfettamente allineati, proprio perfettamente, si ha un’eclissi solare.

solar eclipse 1

Quando invece la Luna si trova in opposizione al Sole, vediamo la Luna piena. Durante il plenilunio, cioè, l’emisfero lunare illuminato dal Sole è interamente visibile dalla Terra, per tutta la notte. E quando l’allineamento è proprio perfetto avviene un’eclissi lunare.

lunar eclipse
Fenomeni simili accadono anche con i pianeti: ad esempio a gennaio avevo parlato di Giove che si trovava in opposizione al Sole ed era quindi visibile per tutta la notte; al contrario, in questi giorni dovrebbe essere in congiunzione, e di conseguenza invisibile per noi (dalla prossima settimana comincerà a vedersi poco prima dell’alba).

Ho scoperto adesso che la disciplina che studia il moto dei corpi celesti si chiama “meccanica celeste” (a me vengono in mente tecnici che riparano astronavi, e invece no).

pianeti

In altri ambiti sizigia può voler dire parecchie altre cose, a partire dal suo significato originario di “unione”.

In poesia e in metrica indica una coppia di piedi (piedi nel senso di unità ritmica del verso, che nella metrica antica si basava sulla quantità sillabica, cioè sillabe brevi e lunghe. I piedi hanno dei nomi bellissimi, tipo: trochèo, giambo, dàttilo, spondèo, anapesto, anfibràchio, coriambo, docmio,…).

mulder e scully

Ci sono alcune band e canzoni che hanno preso il nome “Syzygy”, che è anche il titolo di un episodio di X-Files (stagione 3, episodio 13) del 1996, in cui Mulder e Scully indagano su alcuni ragazzi morti in circostanze misteriose, a cui si aggiungono bare che prendono fuoco spontaneamente, stormi di uccelli morti che cadono dal cielo, eccetera. Si scopre che la gente del posto si sta comportando in modo parecchio strano perché influenzata da un raro allineamento planetario: una volta ogni 84 anni, Mercurio, Marte e Urano entrerebbero in congiunzione. Non ho capito se è vero: se un meccanico celeste passa di qua e vuole darmi qualche spiegazione, sarebbe bello.
È anche l’episodio in cui Scully ripete un migliaio di volte “Sure. Fine. Whatever.”, frase che ha avuto un certo seguito, compresa una maglietta.

Sure Fine Whatever

Nella simbologia alchemica, la sizigia “indica la ricomposizione dei contrari (simboleggiata dal matrimonio sacro, o ierogamia, della coppia Sole-Luna)”. Il tema della ierogamia, intesa come unione sacra tra due divinità o tra un essere umano e una divinità, è diffusa in numerose religioni e culture. Ispirandosi a questo, Jung usò il termine sizigia per riferirsi al superamento dei conflitti, in psicoanalisi. Infatti il Sole e la Luna rappresentano spesso due polarità opposte, il principio maschile e il principio femminile, lo yang e lo yin, la luce e il buio, il giorno e la notte, il caldo e il freddo, eccetera.

sun moon

Avevo anche sentito dire che, per questa ragione culturale, in tutte le lingue del mondo il sole e la luna apparterrebbero a due generi grammaticali opposti: come in italiano, i due sostantivi sono rispettivamente maschile e femminile, ad esempio, in francese (le soleil et la lune) e in spagnolo (el sol y la luna); mentre al contrario in tedesco il sole è femminile (die Sonne) e la luna maschile (der Mond). Questo rovesciamento si potrebbe spiegare con il fatto che il sole, nei paesi nordici freddi e nuvolosi, non appare particolarmente virile. In realtà questo discorso è tanto carino ma tutto molto ipotetico, e si può applicare comunque a un ambito ristretto, principalmente europeo: tante altre lingue del mondo non hanno nemmeno i generi grammaticali, oppure ne hanno due o molti di più (anche una ventina) che però non hanno niente a che fare col maschile/femminile. Un’altra grande delusione, un po’ come le parole per dire “neve” in eschimese. Ma di questo magari ne parlo un’altra volta.

#51 fringe

Sto guardando in questo periodo Fringe, serie televisiva andata in onda dal 2008 e conclusa l’anno scorso dopo cinque stagioni.
Tra i creatori c’è J. J. Abrams, uno che ha prodotto, creato e co-creato un sacco di roba, tra film e serie tv. Per me rimane “quello di Lost”.

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Le due J stanno per Jeffrey Jacob, ha 47 anni e ha persino fatto la guest star in un episodio dei Griffin.
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Fringe segue le vicende della “Fringe Division” dell’FBI, che ha sede a Boston, Massachusetts, e si occupa di indagini legate alla fringe science, cioè la scienza di confine (che, ho scoperto, esiste davvero).
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Con fringe science si intende l’insieme di teorie o ricerche scientifiche controverse, “ai confini della corrente principale delle discipline accademiche convenzionalmente riconosciute”. Teorie eterodosse, inusuali, che si allontanano dalle teorie normalmente accettate, che però si basano su metodi o principi scientifici riconosciuti come validi. “Alcune tra le odierne teorie ampiamente condivise (come ad esempio la teoria della deriva dei continenti) vennero classificate al loro apparire come scienza di confine o pseudoscienza”.

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Fringe ha parecchie cose in comune con Lost, a partire dalla prima scena del primo episodio, che si svolge a bordo di un aereo, nel pieno di una forte turbolenza. E il tema dell’aereo (che, di solito, precipita) ricorre altre volte nel corso della serie.
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Finge condivide con Lost anche la passione per le grandi scritte tridimensionali, visioni di gente morta che passeggia, rapporti difficili tra genitori e figli, le musiche di Michael Giacchino, una certa tendenza ai colpi di scena e a suscitare tante domande che, sospetto, non avranno risposte.
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Due cose su Michael Giacchino: statunitense di origini siculo-abruzzesi, nel 2010 ha vinto l’oscar con la colonna sonora di Up della Pixar.

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Fin dal primo episodio incontriamo l’attore ‪Lance Reddick‬, che qui in Fringe interpreta Phillip Broyles, il capo di Olivia, la protagonista. Ma quella faccia inquietante mi era già nota in Lost: era Matthew Abbadon, che compare nella quarta e quinta stagione. È il tizio losco che fa visita a Hurley in manicomio, lo stesso che spingeva John Locke sulla sedia a rotelle e gli consigliava di andare a fare un walkabout in Australia, e lo stesso che ha reclutato Naomi e la sua squadra (Daniel Faraday, Miles Straume, Charlotte Lewis e il pilota Frank Lapidus) per andare sull’isola. Ancora non ho capito chi era e per chi lavorava, in ogni caso trasmetteva una certa inquietudine.

La protagonista di Fringe, l’agente Olivia Dunham, è interpretata da ‪Anna Torv‬, attrice australiana, che tra l’altro è stata brevemente sposata con l’attore Mark Valley, quello che nella prima stagione di Fringe fa John Scott, collega e amante di Olivia.
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Un altro bel personaggio è Charlie Francis, superiore di Olivia. L’attore è Kirk Acevedo, statunitense di origini portoricane e cinesi, che era anche in La sottile linea rossa. Mezzo spoiler: Kirk Acevedo nel 2009 aveva annunciato sulla sua pagina Facebook di essere stato licenziato da Fringe. E sappiamo bene che al licenziamento di un attore corrisponde, per il suo personaggio nella serie, una brutta fine…
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E poi c’è la Massive Dynamic, superpotente multinazionale, il cui logo è dappertutto (misteriosità, presenza invasiva e ricerche sperimentali eticamente discutibili: mi ricorda un po’ il progetto Dharma…). Lo slogan della Massive Dynamic è “What Don’t We Do?”. Ha anche un “vero” sito ufficiale, lanciato in occasione dell’inizio della serie. Si può anche inviargli il curriculum (lo farò sicuramente!!).
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Il capo della Massive Dynamic è William Bell, interpretato da Leonard Nimoy, meglio conosciuto come Spock, il vulcaniano di Star Trek. Senza le orecchie a punta è irriconoscibile.
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La vicecapo della Massive Dynamic è Nina Sharp, interpretata da ‪Blair Brown‬, che era la co-protagonista in Stati di allucinazione (Altered States) con William Hurt, film di Ken Russell del 1980.

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Il film è ispirato alla vita e alle ricerche di John Lilly, che in particolare si è dedicato allo studio della deprivazione sensoriale e a questo scopo, alla fine degli anni cinquanta, ha inventato la vasca di deprivazione sensoriale (i‪solation tank‬) come strumento per ridurre al minimo gli stimoli esterni. John Lilly stesso rimaneva per ore chiuso dentro questa vasca, sospeso nell’acqua satura di sale e mantenuta a temperatura corporea.
La vasca di deprivazione sensoriale è citata anche in un epidosio dei Simpson (Fate largo a Lisa – Make Room for Lisa).
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Tornando a Fringe: per tutta la prima stagione, Olivia viene ripetutamente messa in una vasca di deprivazione sensoriale da Walter Bishop, adorabile scienziato pazzo, che ha problemi di memoria, una passione per le sostanze psicotrope, e riesce a pensare al cibo durante le autopsie più schifose.
Da Wikipedia: “Walter è considerato da molti fan come un sex symbol fattone.” (!).

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Quando Walter ha bisogno di una combinazione per un lucchetto usa le cifre del Pi greco (3,14159…) e per addormentarsi elenca ad alta voce i numeri della serie di Fibonacci (1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 89 144 233 377 610 987 1597 2584 4181 6765…).

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Il figlio di Walter, Peter Bishop, è ‪Joshua Jackson‬, direttamente da Dawson’s Creek.

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Durante la sigla iniziale di Fringe, dovrebbe comparire, seminascosta, la scritta “Observers are here” (io non sono mai riuscita a vederla!). Gli osservatori sono dei tizi bizzarri che sembrano usciti dai quadri di Magritte, scrivono strano, usano una gran quantità di “aggeggi fantaminchiosi” (cit.) e amano il cibo piccante.

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Quella frase (con la sua struttura soggetto – verbo essere – complemento di stato in luogo) mi ricorda tanto “The truth is out there” di x-filiana memoria.
In effetti le somiglianze tra Fringe e X-Files sono numerose, in bilico tra la citazione e il plagio. Qualcuno (tipo qui e qui) ha provato a elencare i riferimenti episodio per episodio.
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Nel primo episodio della seconda stagione di Fringe c’è un preciso omaggio a X-Files: su un televisore si vede una breve scena da “Dreamland”, quarto episodio della sesta stagione di X-Files, in cui si distingue Mulder.
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E poi c’è la questione dei glifi: nel corso di ogni episodio, appaiono di tanto in tanto dei fotogrammi con diverse figure, su fondo nero. Immagini a caso? No, è un enigma da risolvere: un codice, o meglio un cifrario a sostituzione, decifrato da Julian Sanchez nel 2009. Ogni figura sta per una lettera dell’alfabeto, e la sequenza delle figure all’interno di un singolo episodio equivale a una parola.

Pare che nell’edizione italiana questi glifi siano stati per lo più tagliati nel montaggio.
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La storia dei glifi dev’essere piaciuta molto: ad esempio un tizio ci ha fatto un font e una tizia se li è disegnati sulle unghie.
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