il film della domenica: #5 gone girl

La scorsa domenica, eccezionalmente, sono andata al cinema: ho visto Gone Girl, film del 2014 diretto da David Fincher, con Ben Affleck e Rosamund Pike.
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Il titolo italiano, L’amore bugiardo – Gone Girl, riprende la brutta traduzione italiana del romanzo da cui il film è tratto, di Gillian Flynn.
Gillian Flynn è una scrittrice americana autrice di tre romanzi thriller, tutti tradotti anche in italiano: Sulla pelle (Sharp Objects), Nei luoghi oscuri (Dark Places) e questo L’amore bugiardo (Gone Girl).
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Il film dura 149 minuti (sì, due ore e mezza. È lungo).
La colonna sonora è di Trent Reznor e Atticus Ross.
La storia comincia il giorno del quinto anniversario di matrimonio di Amy e Nick: Amy non si trova, è scomparsa, e in casa ci sono evidenti segni di una colluttazione. Il marito Nick viene subito sospettato di averla uccisa.

Il regista, David Fincher, ha una carriera notevole.
Da giovanissimo ha lavorato per la Industrial Light & Magic, l’azienda di effetti speciali di George Lucas, come assistente agli effetti visivi in Il ritorno dello Jedi (1983), La storia infinita (1984) e Indiana Jones e il tempio maledetto (1984).
Ha diretto spot televisivi e videoclip musicali, e soprattutto parecchi film di successo: Seven (1995), Fight Club (1999), Panic Room (2002), Il curioso caso di Benjamin Button (2008), The Social Network (2010), Millennium – Uomini che odiano le donne (The Girl with the Dragon Tattoo, 2011).

David Fincher
David Fincher

Nel 2007 David Fincher ha diretto anche Zodiac, basato sui libri di Robert Graysmith dedicati al Killer dello Zodiaco (Zodiac Killer), assassino seriale statunitense attivo nella California settentrionale negli anni Sessanta e Settanta.
Il soprannome Zodiac se lo diede da solo in una serie di lettere inviate alla stampa, contenenti messaggi cifrati, alcuni dei quali ancora insoluti. Una lettera, decifrata, diceva tra le altre cose: “I like killing people because it is so much fun”.
Le vittime accertate di Zodiac sono cinque, uccise nel 1968 e 1969, ma gli vengono attribuiti numerosi altri omicidi, senza sufficienti prove per confermarli.
Nel corso degli anni molte persone siano state sospettate di essere Zodiac, ma la vera identità del killer è ancora oggi sconosciuta. Il sospettato principale è stato Arthur Leigh Allen, che negò sempre tutto, fino alla morte nel 1992. Contro di lui la polizia aveva un gran numero di prove circostanziali, ma non sufficienti per incriminarlo, anche perché la calligrafia e le impronte digitali di Allen non corrispondevano a quelle presumibilmente di Zodiac.

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Qualche informazione su Ben Affleck:
Il suo nome completo è Benjamin Géza Affleck-Boldt. È stato fidanzato con Gwyneth Paltrow e poi con Jennifer Lopez. Attualmente è sposato con Jennifer Garner e hanno due figlie e un figlio. È un ottimo giocatore di poker, ha avuto problemi di alcolismo, ed è molto amico di Matt Damon, con il quale ha vinto un Oscar nel 1998 per la miglior sceneggiatura originale per Will Hunting – Genio ribelle (Good Will Hunting), diretto da Gus Van Sant.
Ha un fratello minore, Casey Affleck, il cui vero nome è Caleb Casey McGuire Affleck-Boldt. Anche lui fa l’attore, ed è sposato con Summer Phoenix, sorella di Joaquin Phoenix (cioè, ma vi immaginate il pranzo di Natale di questa gente? Praticamente mezza Hollywood).

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In Gone Girl, Nick (Ben Affleck) ha una sorella gemella, Margo, interpretata da Carrie Coon. I due attori sono molto credibili come fratelli gemelli, nonostante la discreta differenza di età: lui è nato nel 1972, lei nel 1981.
Carrie Coon, per chi non lo sapesse, fa Nora Durst in The Leftovers, ed è meravigliosa.
Carrie Coon ha lavorato soprattutto in teatro: lei e il marito Tracy Letts si sono conosciuti quando entrambi recitavano nel dramma teatrale Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who’s afraid of Virginia Woolf?). Tracy Letts (nato nel 1965, a proposito di differenza di età) fa anche il senatore Andrew Lockhart nelle stagioni 3 e 4 di Homeland, che è attualmente il direttore della CIA.

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Vediamo come riesco a parlare di Lost in qualunque articolo.
Le indagini per la scomparsa di Amy sono condotte dalla detective Rhonda Boney, interpretata da Kim Dickens, che aveva una piccola parte in Lost: era Cassidy Phillips, una donna da poco divorziata che viene truffata da Sawyer. Cassidy era innamorata di lui e gli dà una figlia, Clementine. In più Cassidy conosce Kate e le due diventano amiche.

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Kim Dickens in Gone Girl
Kim Dickens in Lost
Kim Dickens in Lost

In Gone Girl, nel ruolo di Desi Collings, vediamo anche Neil Patrick Harris, che è “un attore, cantante, doppiatore, ballerino, presentatore e prestigiatore statunitense, noto soprattutto per la serie televisiva Doogie Howser e la sitcom How I Met Your Mother”. In quest’ultima interpreta Barney Stinson.

Desi: You’re not bored?
Amy: Desi, how could I be bored? You can discuss 18th-century symphonies, 19th-century impressionists, quote Proust in French,…

Neil Patrick Harris
Neil Patrick Harris

Oltre a Proust, nel film c’è almeno un altro riferimento letterario esplicito, quando Nick dice a Amy:

You were an alienated teen and only Elizabeth Bennet understood you.

Elizabeth “Lizzy” Bennet è la protagonista femminile di Orgoglio e pregiudizio, romanzo di Jane Austen pubblicato nel 1813.
Elizabeth è intelligente, razionale, forte, ma anche sensibile e femminile.
Curiosamente, il personaggio di Amy, che nell’adolescenza si identificava con Elizabeth Bennet, è interpretato da Rosamund Pike, attrice britannica che tra le altre cose ha recitato proprio in Orgoglio e pregiudizio, il film del 2005 diretto da Joe Wright, dove però interpretava Jane Bennet. Jane è la prima delle cinque sorelle, ed è considerata la più bella. Nel film, Keira Knightley era Elizabeth Bennet.

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Rosamund Pike in Orgoglio e pregiudizio

Cercando informazioni su Orgoglio e pregiudizio (Pride and Prejudice), ho scoperto per caso Orgoglio e pregiudizio e zombie (Pride and Prejudice and Zombies), romanzo di Seth Grahame-Smith che unisce il classico della Austen con gli zombie. Uscirà presumibilmente nel 2015 un adattamento cinematografico. “Il romanzo segue la trama originale di Orgoglio e pregiudizio, ma tutta la vicenda si svolge in un universo alternativo in cui l’Inghilterra di inizio Ottocento è infestata da zombie assassini.”

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Rosamund Pike ha fatto anche La versione di Barney (Barney’s Version), il film del 2010 diretto da Richard J. Lewis e basato sull’omonimo romanzo di Mordecai Richler. Rosamund Pike era Miriam, conduttrice radiofonica newyorkese, la terza moglie di Barney e suo grande amore, conosciuta al ricevimento del secondo matrimonio dello stesso Barney.

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Gone Girl, attraverso continui flashback, ripercorre i cinque anni di matrimonio dei protagonisti Nick e Amy, che festeggiano ogni anniversario seguendo scrupolosamente la tradizione. Ogni anniversario infatti viene tradizionalmente chiamato con il nome di un materiale, diverso ogni anno, e “i nomi dati ai vari anniversari sono una guida per i regali appropriati che gli sposi si scambieranno o, se hanno organizzato una festa, dei regali che gli invitati potranno consegnare agli sposi.”

A questo proposito, un dialogo tra Nick e la sorella Margo:

Nick: Year one, the traditional gift was paper. She got me a beautiful notebook. Told me to go write my novel.
Margo: What did you get her?
Nick: A kite. She had never flown a kite.
[…]
Margo: What’s the gift for five?
Nick: Wood.
Margo: So, what did you get her?
Nick: There’s no good gift for wood.
Margo: I know! Go home, fuck her brains out, slap her with your penis: “There’s some wood for you, bitch!”

La tradizione ha origine nella Germania medievale, mentre tutti i regali attuali sono stati stabiliti nel Novecento. Possono variare a seconda dei paesi, ma alcuni sono condivisi nella maggior parte dei luoghi.
L’ordine dei materiali, secondo Wikipedia, è “dal più fragile al più solido, proprio per simbolizzare la maggiore forza che via via la relazione va acquisendo”. Dunque la lana è più solida del ferro. Uhm.
Alcuni materiali particolari (che però appaiono soltanto nella lista della Wikipedia italiana, non in quella inglese):
11 Acero (nozze d’acero?)
16 Edera (nozze d’edera?!)
23 Acqua
27 Giaietto
31 Ebano
36 Silice
42 Diaspro
48 Feldspato
100 Osso (!)

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Nel film si vedono i burattini Punch and Judy: Mr. Punch e sua moglie Judy sono due maschere inglesi tradizionali, utilizzate nei teatri dei burattini, molto popolari nel mondo anglosassone.
Il personaggio di Mr. Punch deriva dall’italiano Pulcinella, anglicizzato in Punchinello e poi abbreviato in “Punch”. Mr. Punch è un eroe negativo, violento e imbroglione. Porta sempre con sé un grande bastone, che solitamente usa per picchiare gli altri personaggi che compaiono nelle scenette.

Punch and Judy è anche una canzone di Elliott Smith.

Gillian Flynn
Gillian Flynn

Gone Girl è un thriller, per cui starò particolarmente attenta a spoilerare il meno possibile. Questo film, ma anche il romanzo, ha sollevato un discreto dibattito su una questione di genere.
L’autrice Gillian Flynn ha spiegato che intendeva smentire l’idea diffusa che le donne siano buone per natura, e spesso anche vittime (degli uomini), e voleva mostrare come le donne possano essere cattive e violente come lo sono gli uomini.
Ma molte femministe (e non solo) hanno visto quel personaggio di donna cattiva come l’ennesimo esempio del mito misogino che vede le donne come eterne manipolatrici, pazze e diaboliche, disposte a usare l’inganno e a sfruttare il proprio potere seduttivo per raggiungere i propri obiettivi.
Inoltre, nel film compare la storia di un falso stupro: una sera lei si presenta a casa del malcapitato con un vestito sexy e una bottiglia di bourbon, e lo induce a una nottata di sesso selvaggio ma consensuale. Il giorno dopo, lei si procura dei lividi e dei segni di legature ai polsi, e lo denuncia per stupro.
Ora, sembra che i falsi stupri, inscenati da donne vendicative, siano estremamente rari. Molto, molto più frequenti sono i casi di donne che hanno effettivamente subito violenze ma che non sporgono denuncia, oppure le cui denunce non vengono accolte da agenti scettici, tendenti a pensare che queste donne si stiano inventando tutto o stiano semplicemente esagerando.

#77 harun e il mar delle storie

Harun e il mar delle storie (Haroun and the Sea of Stories) è un romanzo per ragazzi di Salman Rushdie, originariamente scritto per il figlio Zafar e pubblicato per la prima volta nel 1990.

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Il protagonista Harun è un ragazzino. Suo padre, Rashid Khalifa, fa il raccontastorie di professione, ed è soprannominato “il famoso Scià del Bla-bla” (The Shah of Blah). Ogni volta che Harun gli chiede da dove arrivino tutte le storie che sa raccontare, sempre nuove e bellissime, Rashid spiega che beve l’Acqua di Storie, dal Rubinetto (invisibile) delle Storie, collegato direttamente al Grande Mar delle Storie. Le vicende portano Harun su Kahani, la seconda Luna della Terra, invisibile dal nostro pianeta. Su questa luna si trova l’Oceano delle Storie, composto da un numero infinito di storie, ognuna delle quali appare come una corrente di un colore unico. Kahani ha una faccia perennemente illuminata dal sole, luminosa e calda: è la Terra di Gup, dove sorge Gup City. Il loro esercito è fatto di “Pagine” (soldati che indossano tuniche rettangolari, coperte di scritte, proprio simili a grandi pagine) e guidato dal generale Kitab. La Faccia Buia di Kahani, invece, è eternamente nell’oscurità, fredda e silenziosa. È la Terra di Chup, abitata dai Chupwala e governata dal Gran Sacerdote Khattam-Shud. Khattam-Shud, il vero cattivo del libro, predica l’odio per le storie, le fantasie e i sogni:

È il Nemico numero uno di tutte le Storie, e anche della Lingua. È il Principe del Silenzio e l’Antagonista della Parola.

Khattam-Shud venera Bezaban, divinità senza lingua, rappresentato da un’enorme statua di ghiaccio, e pratica la Religione del Mutismo. Per questo, con le Leggi sul Silenzio, ha vietato a tutti i suoi sudditi di parlare. Il piano diabolico di Khattam-Shud prevede di inquinare l’Oceano con un veleno capace di alterare e rovinare le storie, e in più cerca di tappare la Fonte delle Storie, che dà origine all’Oceano. harun e il mare delle storie 4

La maggior parte dei nomi sono “parlanti”: hanno un preciso significato in lingua urdu e hindi. Ad esempio Kahani (कहानी) significa “storia”, Kitab (किताब) “libro”, Gup “pettegolezzo”, “sciocchezza” o “frottola”, Chup (चुप) “silenzioso”, Khattam-Shud “assolutamente finito”, Bezaban “senza lingua”. Mentre i nomi dei protagonisti Harun e Rashid Khalifa derivano da Hārūn al-Rashīd: un califfo (khalīfa) realmente esistito e protagonista di numerose avventure, inventate ma ispirate alla sua vita e alla sua magnifica corte, in Le mille e una notte. Harun e il mar delle storie è una classica fiaba, in cui i buoni combattono contro i cattivi, e c’è anche una principessa da salvare. Ma è ricca di riferimenti letterari e di allegorie a problemi sociali reali, sempre attuali. È un grande elogio all’arte di raccontare, all’amore per le discussioni, alla libertà di parola. La guerra tra i chiacchieroni di Gup City e i silenziosi Chupwala è breve e non cruenta. L’esercito di Gup, dopo aver discusso minuziosamente su tutto, in combattimento si rivela compatto e solidale, mentre i loro avversari “si tradivano, si pugnalavano alla schiena, si ammutinavano”, perché “il voto del silenzio e l’abitudine alla segretezza li avevano resi sospettosi e diffidenti l’uno dell’altro.” I vincitori (che sono ovviamente i buoni, perché il lieto fine è inevitabile!) si limitano a neutralizzare Khattam-Shud e abbandonano ogni ostilità nei confronti della popolazione, anche perché la maggior parte dei sudditi non approvava quel capo crudele. Più che una contrapposizione è un’unione, la ricerca di un equilibrio. In questo senso mi sembra un bel libro, “inspiring”, educativo e anche divertente, soprattutto per ragazzi ma non solo. Salman Rushdie (che si pronuncia /sælˈmɑːn ˈrʊʃdi/, cioè non “Rascdi” ma “Ruscdi”) è nato a Bombay nel 1947 da una famiglia di fede islamica. The Satanic Verses

La sua opera più famosa è probabilmente I versi satanici (The Satanic Verses), del 1988, “una storia fantastica ma chiaramente allusiva nei confronti della figura di Maometto, e ritenuta blasfema dagli islamici”. Il libro fece ottenere a Rushdie una fatwa dell’ayatollah Ruḥollāh Khomeynī (sciita fondamentalista, capo spirituale e politico dell’Iran dal 1979 al 1989), che ne decretò la condanna a morte per bestemmia. Lo scrittore riuscì a salvarsi rifugiandosi nel Regno Unito, dove fu comunque costretto a vivere sotto protezione. Il traduttore giapponese del romanzo, Hitoshi Igarashi, fu ucciso nel 1991 da emissari del regime iraniano. Lo stesso anno il traduttore italiano, Ettore Capriolo, fu pugnalato ma si salvò. Infine l’editore norvegese, William Nygaard, fu ferito a colpi d’arma da fuoco nel 1993. kill salman Lo stile narrativo di Rushdie è stato spesso descritto come realismo magico. Wikipedia elenca le caratteristiche ricorrenti in molti romanzi del realismo magico, ad esempio: •    Contiene un elemento magico e sovrannaturale (o paranormale). •    L’elemento magico può essere intuito ma non è mai spiegato. •    I personaggi accettano, invece di mettere in questione, la logica dell’elemento magico. •    Distorsioni temporali, inversioni, ciclicità o assenza di temporalità. •    Incorpora leggenda e folklore. Tra gli scrittori del Realismo magico, Wikipedia cita Gabriel García Márquez, Luis Sepulveda, Isabel Allende, Jorge Luis Borges, Italo Calvino, Dino Buzzati, William Faulkner, Haruki Murakami, Michail Afanas’evič Bulgakov, Nikolaj Vasil’evič Gogol’, Franz Kafka. A proposito di questi ultimi due: Rushdie li cita in Harun e il mar delle storie, quando un abitante della Terra di Chup tenta per la prima volta di parlare dopo anni di silenzio forzato: harun e il mare delle storie 1 Nonostante sia uno degli uomini più brutti del pianeta, Rushdie è stato sposato quattro volte. Dalla prima moglie, Clarissa Luard, ha avuto un figlio, Zafar, nato nel 1979, a cui è dedicato Harun e il mare delle storie. La sua seconda moglie è stata Marianne Wiggins, scrittrice americana. Dalla terza moglie, Elizabeth West, ha avuto un altro figlio, Milan, nato nel 1999.

Salman Rushdie con i figli Milan, 15 anni, e Zafar, 33.
Salman Rushdie con i figli Milan, 15 anni, e Zafar, 33.

Infine, dal 2004 al 2007, Rushdie è stato sposato con Padma Lakshmi: indiana-americana, modella e attrice, conduttrice di Top Chef, autrice di libri di cucina.

Padma Lakshmi
Padma Lakshmi
Ironia.
Ironia.

Padma Lakshmi è 23 anni più giovane di Rushdie. È nata nel 1970 a Chennai, in India, e la sua lingua madre è il Tamil.

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Chennai (ex Madras) è la quarta città più grande dell’India e la capitale del Tamil Nadu, uno stato del sud-est dell’India, la cui lingua ufficiale è il tamil, una lingua dravidica meridionale parlata anche in Sri Lanka e Singapore. In India si parlano almeno 180 lingue diverse, le più diffuse appartengono a due grandi famiglie linguistiche: indoariana (parlate da circa il 74% della popolazione) e dravidica (circa 24%). Le lingue indoarie sono indoeuropee (come latino e greco e tutte le lingue moderne da loro derivate, ma anche inglese, tedesco e molte altre), mentre la famiglia dravidica non ha connessione con nessuna delle altre famiglie linguistiche conosciute. Tra le lingue indoarie ci sono ad esempio l’hindi (la lingua più parlata e anche lingua ufficiale del governo), il bengalese, il marathi, il panjabi, l’urdu.

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Trivia: Salman Rushdie era tra i personaggi famosi spariti nel nulla il 14 ottobre, in The Leftovers (si vede al telegiornale, insieme a Condoleezza Rice, Jennifer Lopez, papa Ratzinger e altri). rushdie the leftovers

Uno dei creatori di The Leftovers è Damon Lindelof: uno degli sceneggiatori principali di Lost.

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Damon Lindelof

Di riferimenti culturali in generale, e di libri in particolare, in Lost, ce ne sono tantissimi, e quasi sempre sono stati scelti per un motivo preciso. Su Lostpedia c’è un elenco completo e molto accurato di tutti i libri apparsi o citati nella serie. C’è una lista simile su Goodreads. E poi c’è il tizio di questo blog, che si è impegnato a leggere molti di questi libri e ci ha scritto dei post, anche nel tentativo di capire il perché del riferimento e l’eventuale simbolismo nascosto. Uno di questi libri è Harun e il mar delle storie. desmondbook2210

La sesta (e ultima) stagione di Lost introduce una nuova tecnica narrativa: i flash sideways. Nel primo episodio della stagione, “LA X.”, il flash sideways è ambientato sull’aereo, l’Oceanic Flight 815. Qui Jack incontra Desmond, che sta leggendo Harun e il mar delle storie. Il libro potrebbe dare qualche indizio sulla natura di questa diversa timeline, di questa realtà alternativa presentata nei flash sideways. Ho letto alcune interpretazioni a riguardo, e non so quanto possano essere sensate. Comunque. L’intera esperienza di Harun su Kahani, che costituisce la parte centrale e principale del libro, assomiglia un po’ alle vicende dei personaggi di Lost sull’isola, cioè: è un luogo reale? È successo davvero? È stato solo un sogno, un’allucinazione di qualche tipo? Il finale del libro non chiarisce la questione riguardo a Kahani, e ci lascia nel dubbio. E neanche il finale di Lost era proprio chiarissimo. Il romanzo, come un po’ tutte le fiabe, basa la sua trama fondamentalmente sull’opposizione tra il bene e il male, la luce e il buio, la parola e il silenzio: una simile contrapposizione si vede in Lost tra Jacob e “The Man in Black” o “Smoke Monster”. Quando Harun beve un bicchiere d’acqua dell’Oceano delle Storie, che è stato però inquinato dal cattivo Khattam-Shud, la storia è stata rovinata, il lieto fine è diventato tragico. I buoni dovranno fermare Khattam-Shud e ripulire il mare dal veleno, in modo che le storie tornino belle come prima. Le due diverse timeline nella sesta stagione potrebbero essere un po’ questo: una è la storia “giusta”, quello che sarebbe dovuto accadere, e l’altra è il risultato di qualcosa che andato storto, che non ha seguito il giusto corso degli avvenimenti.

#73 cervi, palchi, wendigo

Oggi si parla di cervi e serie tv, in modo ragionevolmente spoiler-free.

Il cervo e Kevin Garvey.
Il cervo e Kevin Garvey.

The Leftovers (stagione 1)

Il cervo impagliato.
Il cervo impagliato.

C’è un cervo impazzito che entra nelle case, un cervo investito da una macchina, un cervo impagliato (?) in un giardino, un cervo ricorrente negli incubi di Kevin Garvey (quel gran figo di Justin Theroux).

Quel gran figo di Justin Theroux.
Quel gran figo di Justin Theroux (foto inutile ma decorativa).

True Detective (stagione 1)

Dora Lange
Dora Lange

1995, Louisiana. I detective Martin “Marty” Hart (Woody Harrelson) e Rustin “Rust” Cohle (Matthew McConaughey) indagano sull’omicidio dell’ex prostituta Dora Lange, trovata in mezzo ad una piantagione, inginocchiata e legata come stesse pregando davanti a un albero, con un palco di corna di cervo come una corona sulla testa, e un misterioso simbolo disegnato sulla schiena.

Rust Cohle e Dora Lange.
Rust Cohle e Dora Lange.

Successivamente Cohle e Hart scoprono che la vittima frequentava una chiesa: la trovano ormai abbandonata, in macerie. Su un muro vedono un disegno che rappresenta una donna con delle corna sulla testa.
Inoltre Cohle, uomo tormentato, soffre di allucinazioni, dovute o alle droghe che assume o a un disturbo post-traumatico da stress.

Donna con corna.
Donna con corna.

Hannibal (stagioni 1 e 2)

Serie televisiva statunitense basata sui romanzi di Thomas Harris. I protagonisti:
Hannibal Lecter (interpretato da Mads Mikkelsen, attore danese): medico, psichiatra, criminologo, serial killer e antropofago (=cannibale), appassionato di cucina e musica classica.
Will Graham (interpretato da Hugh Dancy): lavora come profiler per l’FBI. Super intelligente ma tormentato, soffre di allucinazioni, incubi, episodi di sonnambulismo e cose del genere. Le due principali immagini ricorrenti nelle sue visioni sono un alce e un tizio con corna ramificate sulla testa.

Cassie Boyle
Cassie Boyle

Nel primo episodio della prima stagione, l’FBI indaga sulla morte di Cassie Boyle, in Minnesota (video). La ragazza viene ritrovata in un campo, disposta sopra una testa di cervo, e il cadavere è trafitto dalle corna dell’animale. I polmoni sono stati rimossi (e indovinate cosa si cucina Hannibal, per cena…).

Hannibal prepara la cena.
Hannibal prepara la cena.

Il killer viene ribattezzato dalla stampa “Minnesota Shrike” (da non confondere con il Chesapeake Ripper, o Squartatore di Chesapeake). Lo shrike è un uccello passeriforme comunemente chiamato averla: “Le averle hanno l’abitudine di predare insetti e piccoli vertebrati e di infilzarli sulle spine o sui rami dei cespugli. Questo permette loro di sminuzzarli in parti più piccole e di tornare in seguito a finire il pasto se la preda non è consumata immediatamente”.

Minnesota Shrike's nest
Minnesota Shrike’s nest

Garret Jacob Hobbs, incolpato dell’omicidio di Cassie Boyle, ha un’intera stanza tappezzata di corna di cervo, spesso chiamata “Minnesota Shrike’s nest”, nella quale, nel terzo episodio della prima stagione, viene ritrovato il corpo di Marissa Schurr (amica di Abigail Hobbs) impalato su corna di cervo.

Nel terzo episodio della seconda stagione, anche il cadavere di Andrew Sykes (un tizio del tribunale) viene ritrovato sopra una grande testa di cervo, trafitto dalle corna.

Marissa Schurr
Marissa Schurr

Bryan Fuller, tra gli autori della serie Hannibal, in un’intervista ha spiegato che nel romanzo di Harris Red Dragon ci sono alcune pagine sul Minnesota Shrike, ma non viene descritto dettagliatamente come uccide le sue vittime. Per la serie c’era bisogno di un’immagine forte, che inoltre potesse avere conseguenze sulla psicologia di Will Graham. Bryan Fuller dichiara di essersi ispirato a una scena di Le notti di Salem (Salem’s Lot), miniserie televisiva del 1979 diretta da Tobe Hooper, in cui il personaggio interpretato da James Mason spinge un tizio contro una parete piena di corna, uccidendolo per impalamento. La miniserie è tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King ma non è un adattamento fedele del romanzo.

9 Salem's Lot

A questo punto, dovrebbe essere chiaro che le parole chiave di questo post sono cervo e corna.

Cervo, in inglese si dice “deer“, che – ho scoperto – ha la stessa identica pronuncia di “dear“, caro. Le due parole sono omofone (si pronunciano uguali) ma non omografe (perché si scrivono in modo diverso), come ad esempio morning e mourning. (Qui un elenco di sorprendenti e frustranti omofonie in inglese.)
Stag” significa cervo maschio adulto. Metaforicamente, “stag” può riferirsi anche a una persona (soprattutto un uomo) che partecipa a un evento sociale non accompagnata da un partner (l’espressione tipica è “to go stag”).

Fino ad ora ho parlato di “corna”, ma la parola giusta è “palchi“, in inglese “antlers“: sono le appendici ramificate, impropriamente dette corna, che si trovano sul capo di quasi tutte le specie appartenenti alla famiglia dei Cervidi (famiglia che comprende l’alce, il capriolo, la renna, il daino e decine di specie comunemente chiamate “cervi”). Solo i maschi adulti sono provvisti di palchi, con l’eccezione della renna (in cui anche le femmine possiedono dei palchi, ma più piccoli di quelli maschili).

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Cervi e corna sono elementi frequenti nelle mitologie di moltissimi popoli, in diversi luoghi ed epoche, e il loro simbolismo è estremamente vasto. Ho cercato di capirci qualcosa, ma non ci sono ben riuscita. In ogni caso, son cose interessanti.

Diana e Atteone (1518), Lucas Cranach il Vecchio
Diana e Atteone (1518), Lucas Cranach il Vecchio

Nella mitologia greca, il cervo era associato in particolare alla dea Artemide, la vergine cacciatrice. Artemide era una delle più venerate divinità dell’antica Grecia: dea della caccia, della verginità, dei boschi e di altre cose, equivalente nella mitologia romana alla figura di Diana. Il suo carro era tirato da cervi. Soprattutto, è interessante il mito di Atteone, giovane cacciatore che, nel corso di una battuta di caccia, sorprende Artemide mentre fa il bagno nuda con le sue compagne. La dea, incazzatissima, per vendicarsi e impedire ad Atteone di raccontare in giro quello che aveva visto, gli spruzza dell’acqua addosso e lo trasforma così in cervo. Atteone si accorge della trasformazione solo quando arriva a una fonte e si specchia nell’acqua. Viene poi raggiunto dalla muta dei suoi cinquanta cani, che non riconoscono il loro vecchio padrone e lo sbranarono, uccidendolo.

L’immagine di Atteone-cervo brutalmente ucciso dai suoi cani è molto simile alla scena finale del pilota di The Leftovers, in cui Kevin Garvey vede il cervo mentre viene aggredito da un branco di cani selvatici, e cerca di salvarlo sparando ai cani.
Inoltre il tema della caccia, più o meno esplicito in queste diverse serie tv, potrebbe riferirsi a una simbologia precisa: la ricerca della selvaggina, l’inseguimento delle tracce, rappresentano in genere la ricerca spirituale. Molti di questi personaggi sono continuamente e instancabilmente in cerca di qualcosa: i killer cercano nuove vittime, i detective cercano i colpevoli, un po’ tutti cercano risposte.

L'albero della vita (1905-1909), Gustav Klimt
L’albero della vita (1905-1909), Gustav Klimt

Per le sue grandi corna ramificate, che si rinnovano periodicamente, il cervo viene spesso paragonato all’albero della vita e rappresenta quindi la fecondità, la crescita, il carattere ciclico dell’esistenza, la morte e la rinascita. Come l’albero che ogni anno si spoglia e si riveste delle proprie foglie, è immagine arcaica di rinnovamento e perpetua rigenerazione.

Si vede una sorta di unione tra l’immagine ricorrente delle corna ramificate e il simbolo dell’albero in Futamono, sesto episodio della seconda stagione di Hannibal, in cui un cadavere viene ritrovato tutto attorcigliato a un albero: il corpo funge da tronco, rami in fiore si aprono al di sopra della testa come palchi, in più diversi organi sono stati asportati e rimpiazzati con piantine fiorite.
hannibal Futamono

Uno degli dei della mitologia celtica è Cernunnos, rappresentato come un uomo con in testa il palco di un cervo. Viene in genere chiamato il Dio Cornuto (The Horned God) nonostante, volendo essere precisi, abbia un palco (antlers) e non delle corna (horns). Di questa divinità si sa piuttosto poco, ma è probabilmente il dio della fertilità, dell’abbondanza, della natura e del ciclo di nascita, morte e rinascita. Le sue corna sono come un irradiamento di luce celeste. Simili divinità cornute esistono in varie mitologie e in culti neopagani tipo Wicca.

Cernunnos
Cernunnos

Le corna, che si estendono verso l’alto, come i rami degli alberi, possono anche rappresentare l’ascensione verso il cielo e la comunicazione con il mondo divino, facendo del cervo un mediatore tra cielo e terra, un messaggero divino.
In varie tradizioni il cervo, la renna, il capriolo o il daino, svolgono il ruolo di psicopompo, cioè hanno la funzione di accompagnare il defunto nell’altro mondo.

Questo carattere funerario, di collegamento con il regno dei morti, potrebbe essere il simbolismo evocato dal cervo o dalle sue corna in queste tre serie televisive, dove la morte è spesso protagonista.
In particolare, in The Leftover il cervo compare in quel 14 ottobre in cui il 2% della popolazione mondiale sparisce nel nulla, e poi in occasione del terzo anniversario dell’accaduto. Il cervo potrebbe forse rappresentare un medium tra Kevin Garvey e gli scomparsi, i quali non sono proprio morti ma si trovano comunque in un mondo misterioso e irraggiungibile per coloro che sono rimasti.

In molte culture vengono venerati animali dotati di corna oppure divinità cornute. Le corna sono generalmente simbolo di potenza, di potere fisico e terrestre, ma spesso anche spirituale: ad esempio, le corna di Mosè, come nella scultura di Michelangelo, rappresentano la sua potenza spirituale e la relazione con la divinità.
Le corna sono tipiche dell’iconografia di Mosè, ma sono probabilmente dovute ad un errore di interpretazione e traduzione del Libro dell’Esodo (34-29), in cui si dice che Mosè, dopo aver ricevuto da Dio le tavole dei dieci comandamenti, scende dal monte Sinai, ignorando di essere “cornuto” oppure “raggiante”. La differenza dipende dalla diversa interpretazione del verbo ebraico qrn, che può indicare sia il termine qaran o karan (radiosità, irradiazione luminosa), sia il termine qeren o keren (corna). Quando San Gerolamo tradusse il testo ebraico in latino nella Vulgata, scelse l’interpretazione delle corna, e questo dettaglio fu ripreso da moltissimi artisti. Spesso nei dipinti la testa di Mosè è raffigurata con due fasci di luce simili a corna, come a congiungere le due interpretazioni.
mose michelangelo

Le corna, specialmente quelle dei bovidi, sono spesso simbolo di fertilità e forza vitale, e caratterizzano a volte le grandi divinità femminili, del tipo della Grande Madre. Ma essendo in molte specie animali un tratto maschile, usate come arma e come mezzo di attrazione sessuale, le corna sono anche simbolo di potenza virile.
Quest’ultimo potrebbe essere il simbolismo delle corna in Hannibal, nel contesto della tensione erotica tra Hannibal e Will: rappresenterebbero l’energia sessuale, e l’attrazione di Will per il potere e la virilità di Hannibal. Sarebbero inoltre un emblema della forza fisica e intellettuale di Hannibal, e della sua dominanza su Will.

Nell’iconografia cristiana il diavolo viene tradizionalmente rappresentato con le corna. I primi cristiani attribuirono questa caratteristica al simbolo del male per eccellenza probabilmente per avvicinarlo alle tante divinità pagane dotate di corna, come Cernunnos, e anche Pan e Dioniso: la vittoria di Dio contro il diavolo equivale alla vittoria del cristianesimo sul paganesimo. In più le corna sono simbolo di dualità, divisione, divergenza, ambivalenza.

Hannibal - Season 2
In Hannibal, a partire dal finale della prima stagione, di tanto in tanto il personaggio di Hannibal Lecter si manifesta agli occhi di Will Graham con le sembianze di una figura umana, cupa e mostruosa, con le corna sulla testa. All’interno della serie, questa entità rimane senza nome, ma dai fan viene chiamata “The Stag Man” o “Wendigo”.
La presenza delle corna può suggerire un accostamento tra Hannibal e il diavolo: entrambi sono maligni, distruttori, bugiardi e manipolatori, soprattutto cercano di tentare vero il male.
nightmare stag
L’alce delle visioni di Will potrebbe rappresentare Hannibal, oppure Will stesso, o meglio il lato oscuro della personalità di Will. Lo “Stag Man” o “Wendigo” è invece associato a Hannibal con meno incertezza: è abbastanza chiaro che si tratta della rappresentazione di Hannibal nella psiche di Will. Il parallelo tra Hannibal e il Wendigo è particolarmente appropriato.

Il Wendigo (o Windigo) è una creatura della mitologia dei Nativi Americani Algonchini, stanziati lungo la costa orientale e la regione dei Grandi Laghi tra gli attuali Stati Uniti e il Canada.
Le credenze che lo riguardano possono variare moltissimo a seconda della tribù, ma in generale si tratta di uno spirito demoniaco e maligno, spaventoso, divoratore di uomini. In parte umano, in parte animale, è tipicamente descritto come un gigante dal corpo scheletrico ed emaciato, ricoperto da peli, con grandi artigli ed enormi denti. A volte presenta corna di cervo. È un ottimo predatore, molto veloce e molto forte. Si dice che abbia il cuore di ghiaccio e che l’unico modo per distruggerlo sia con il fuoco.
Si crede che un uomo, se si è nutrito di carne umana, si trasforma in Wendigo. In questo senso, la leggenda funziona come deterrente per scoraggiare il cannibalismo, in luoghi dove le difficili condizioni di sopravvivenza nei lunghi e rigidi inverni possono indurre proprio al consumo di altri esseri umani.
La figura del Wendigo è infatti fortemente associata all’inverno, il freddo, la carenza di cibo e la morte per fame. Allo stesso tempo, è simbolo di ingordigia ed eccesso, perché il Wendigo non è mai soddisfatto dopo aver ucciso e divorato una persona, ed è costantemente alla ricerca di nuove vittime.
Riferimenti al Wendigo o a creature simili sono molto comuni nella letteratura e nel cinema.

Alcune rappresentazioni del Wendigo
Alcune rappresentazioni del Wendigo

#69 alcune cose che ho imparato quest’estate.

Un post cumulativo dopo l’inattività di agosto (sì, sono tornata, ciao).

● La pagina Wikipedia sugli scarafaggi è scritta con grande amore: “Sono insetti cosmopoliti […] dai colori poco appariscenti […] sono generalmente insetti con abitudini notturne, e piuttosto schivi. Sono cattivi volatori ma, in compenso, eccezionali corridori, dotati di una notevole velocità di movimento. Hanno uno spiccato senso di orientamento”. La ciliegina sulla torta: “Un altro aspetto comportamentale di notevole importanza, sotto l’aspetto pratico, è l’abitudine degli scarafaggi a defecare e rigurgitare durante l’alimentazione sullo stesso substrato.”
Imperdibile il paragrafo “Gli scarafaggi nei media e nella cultura”, molto ben fatto, per quanto non regga il confronto col suo omologo anglofono “Cockroaches in popular culture”. L’incipit: “La stretta relazione fra l’uomo e alcuni Blattoidei ha inevitabilmente ispirato la citazione di questi insetti in molti contesti”.
La Wikipedia inglese parla di scarafaggi in grado di sopravvivere per un mese senza cibo, 45 minuti senz’aria, sott’acqua per mezz’ora, 12 ore sotto gli zero gradi centigradi. (C’è anche il paragrafo “Role as pests” che avevo letto “Role as pets” e mi stavo preoccupando…).
cockroach
È diffusa, ma non del tutto fondata, la leggenda metropolitana secondo cui gli scarafaggi sarebbero l’unica forma di vita a sopravvivere sul pianeta dopo una guerra nucleare. In effetti gli scarafaggi hanno una resistenza alle radiazioni molto più alta dei vertebrati, ma non particolarmente alta se paragonata a quella di altri insetti.
Al momento, la “forma di vita più resistente alle radiazioni del mondo” sembra essere il Deinococcus radiodurans, un batterio estremofilo, “in grado di resistere a dosi di radiazioni di gran lunga superiori a quelle necessarie per uccidere un qualsiasi animale. […] È, inoltre, in grado di sopravvivere a condizioni estreme di freddo, disidratazione, vuoto e acidità”. Per questi motivi è soprannominato Conan il Batterio.
conan
“Fu scoperto nel 1956 […] nel corso di un esperimento per determinare se il cibo in scatola potesse essere sterilizzato utilizzando alte dosi di raggi gamma. Una confezione di carne in scatola fu esposta ad una cospicua dose di radiazioni, ritenute sufficienti ad uccidere tutte le forme di vita in essa presenti, ma ad una successiva analisi dell’alimento irraggiato fu isolato il batterio.” E la trama si infittisce: “Un team di scienziati russi ed americani ha proposto che la radioresistenza di D. radiodurans abbia origini marziane. L’evoluzione del microrganismo potrebbe avere avuto luogo sulla superficie di Marte, per poi successivamente diffondersi sulla Terra come conseguenza di un impatto meteorico.” Il tuttavia guastafeste: “Tuttavia, a parte l’estrema resistenza alle radiazioni, D. radiodurans è geneticamente e biochimicamente molto simile ad altre forme di vita terrestri, una circostanza che depone contro l’ipotetica origine extraterrestre.”

● Per la serie: La Storia raccontata da Wellentheorie.
Quasi tutto il subcontinente indiano (gli attuali Stati di Pakistan, India e Bangladesh) è stato fino al 1947 dominio coloniale britannico. Tra le due guerre mondiali, si sviluppano e si diffondono nell’India britannica (come in molti altri paesi all’epoca sottoposti al colonialismo occidentale) ribellioni e movimenti anticoloniali e indipendentisti. In questo contesto, il più famoso è il Mahatma Gandhi, e tutta la sua teoria della lotta non violenta, la protesta tramite disobbedienza civile di massa, e quant’altro. L’abbandono della moda occidentale e il ritorno agli abiti tradizionali indiani (in particolare il dhoti) rientrano nella sua campagna per la “non cooperazione” e per il boicottaggio di tutto quello che era associato agli inglesi, e agli stranieri in genere.
young Gandhi gandhi
Dopo la seconda guerra mondiale, quando il governo inglese, laburista, si è ormai deciso a concedere l’indipendenza all’India, salta fuori un problema: i rappresentanti delle due confessioni religiose principali, induismo e islam, non riescono ad andare d’accordo, e vogliono essere divisi in due Stati diversi, autonomi. Gli inglesi dicono okay, si può fare, ma c’è un altro problema: le aree a maggiore diffusione musulmana sono due: una nell’estremo occidente, l’altra nell’estremo oriente. Gli inglesi, quindi, pianificano, al centro, il nuovo Stato dell’Unione indiana, a maggioranza indù, e un unico Stato a maggioranza musulmana, chiamato Pakistan, diviso però in due parti: il Pakistan occidentale e il Pakistan orientale. È il 1947. Gli inglesi dicono okay, vi abbiamo dato l’indipendenza, vi abbiamo disegnato due stati autonomi, ora siamo a posto, vivrete felici e contenti, prego, non c’è di che, figuratevi. Felici e contenti una beata minchia, pensano in coro tutti gli indiani: all’interno dei nuovi Stati vivono minoranze dell’altra religione (musulmani in India, indù in Pakistan) che dopo la divisione (Partition) fuggono in massa verso l’altro Stato. L’esodo è imponente e, nonostante le raccomandazioni gandhiane, tutt’altro che pacifico: le violenze sono atroci, da entrambi le parti. Le vittime sono molte. Inoltre, da subito, cominciano le contestazioni riguardanti i confini, in particolare riguardo al Kashmir, regione tuttora contesa tra India, Pakistan e Cina.
east-and-west-pakistan
Non è finita: il Pakistan orientale, scontento, dopo un po’ vuole staccarsi dal suo amico occidentale, e diventare uno Stato indipendente. Il Pakistan occidentale non vuole, e manda l’esercito a reprimere la ribellione indipendentista. Ma non c’è niente da fare contro i bengalesi incazzati: nasce così, nel 1971, lo Stato del Bangladesh.
india
Due cose sul Pakistan: con più di 180 milioni di abitanti è il sesto Stato più popoloso del mondo, e il secondo maggior stato musulmano nel mondo dopo l’Indonesia. Il nome Pakistan è stato coniato nel 1933, come acronimo dei nomi delle regioni Punjab, Afghania (o Khyber Pakhtunkhwa, o North-West Frontier Province o NWFP o altri nomi), Kashmir, Indus (che dovrebbe essere un fiume), Sindh e Balochistan (o Belucistan).
pakistan
E poi, Indira Gandhi: non è la figlia del Mahatma Gandhi. Non è parente del Mahatma Gandhi. Lo so, alcuni libri lo dicono, ma non è vero: in realtà era la figlia di Jawaharlal Nehru, Primo Ministro indiano dal 1947 al 1964. Nata Indira Nehru, prese il cognome dal marito Feroze Gandhi, che non era imparentato con il Mahatma Gandhi.

● Non sono un’esperta di letteratura russa, ma quest’estate ho appreso che in ogni romanzo o racconto russo che si rispetti c’è almeno un samovar, e spesso si incontra anche una redingote.

Il samovar “è un contenitore metallico tradizionalmente usato in Russia, nei paesi slavi, in Iran, nel Kashmir e in Turchia per scaldare l’acqua” per fare il tè. Può avere diverse forme e dimensioni, e ne esistono anche di elettrici. Qui un video molto istruttivo.
samovar painting
Il samovar è un elemento ricorrente anche nei dipinti russi di ogni epoca e stile. (I quadri nell’immagine dovrebbero essere di Boris Kustodiev, Kazimir Malevich, Dmitry Zhuravlev, Kuzma Petrov-Vodkin, Sergey Kondrashov, Ievlev Boris Alexandrovich e Viktor Lyapkalo).
E così ho scoperto Viktor Lyapkalo, pittore: nella classifica dei suoi soggetti preferiti il samovar sembra essere secondo soltanto alle donne nude.
redingote
Redingote” viene dalla storpiatura francese dell’inglese “riding coat” (veste o mantello per cavalcare) o “raining coat” (mantello da pioggia). È una sorta di soprabito o cappotto, aderente in vita, lungo fino al ginocchio e con falde aperte nella parte posteriore, diffuso in Europa nel Settecento e nell’Ottocento.

human heart
● Il simbolo grafico del cuore stilizzato ha ben poco a che fare con l’effettiva forma di un cuore umano (nel disegno qui sopra).
Non si sa di preciso la sua vera origine: potrebbe rappresentare il cuore di una mucca (nella foto qui sotto), oppure varie rotondità femminili (seni, natiche, o vulva), oppure il seme di silfio, una pianta estinta che nell’antichità veniva utilizzata come contraccettivo.

beef heart

Virginia Woolf usa aggettivi come bislacco, recondito, imperituro, baldanzoso, proclive, garrulo, e personalmente mi sta molto simpatica.

i-heart-u

● Se avete visto The Leftovers e non vi è piaciuto, mi sa che non possiamo essere amici. Sappiatelo.
Stop-Wasting-Your-Breath

nora durst è il mio idolo