Da lungo tempo stavo meditando di aggiungere al blog una rubrica, una sorta di angolo della posta dei lettori: avete una domanda, una curiosità, un dubbio a cui non trovate risposta? Oppure, semplicemente, siete troppo pigri per scandagliare da soli le profondità di Google? Cari lettori, è arrivato il momento che avete sempre sognato: scrivete, e googlerò per voi.
Conversando su Twitter di questa idea, è arrivata la prima domanda, da parte della Tandi: come funziona l’accoppiamento tra i galli e le galline?
Mi sono accorta che qua su Wellentheorie l’argomento riproduzione è stato già trattato più volte, tanto che ho deciso di aggiungere l’apposita tag “riproduzione”. Ecco un elenco dei post in proposito:
#11 Proteo, in cui si accenna alla riproduzione del Proteus anguinus, un anfibio che vive in grotte a basse temperature;
#50 Stigma, in cui si parla della riproduzione delle piante e degli organi riproduttivi dei fiori;
#55 Uova, in cui si parla di uova, della riproduzione degli squali, della differenza tra vivipari, ovovivipari e ovipari, della riproduzione degli uccelli, della differenza tra riproduzione interna e riproduzione esterna;
#61 Paraprosdokian, wellerism, garden path sentence, crash blossom, in cui si accenna alla riproduzione della drosofila o moscerino della frutta;
#62 Ornitorinco, in cui parla della riproduzione degli ornitorinchi;
#70 Mitocondri, in cui si parla di fecondazione nei mammiferi;
#90 Muschio, in cui si descrive minuziosamente la riproduzione delle briofite (i muschi).
Ma arriviamo alla riproduzione tra galli e galline.
✻ ✻ ✻ Attenzione: questo post contiene immagini crude dell’anatomia interna delle galline e fotografie esplicite di sesso fra polli ✻ ✻ ✻
Introduzione: di cosa parliamo quando parliamo di galli e galline
(Per la Tandi: se vuoi andare subito al dunque, puoi saltare direttamente al paragrafo “accoppiamento”).
Il nome scientifico della specie è Gallus gallus domesticus e il nome comune è “pollo”. Si tratta di un uccello domestico che deriva da varie specie selvatiche di origini indiane. È stato addomesticato attorno al 3500 a.C. nel Sud-est asiatico ed è stato allevato “per moltissimi scopi: carne, uova, piume, compagnia, gare di combattimento tra galli, motivazioni religiose, sportive od ornamentali” (lo dice Wikipedia).
Il pollo (chicken – impariamo a parlare di polli anche in inglese) viene chiamato pulcino (chick) fino a 3-4 mesi di vita. Il maschio adulto riproduttore è definito gallo (chiamato cock in UK e Irlanda, rooster in USA, Canada e Australia), la femmina gallina (hen) o chioccia (broody hen) quando alleva i pulcini. Il cappone (capon) è un pollo maschio che è stato castrato: in questo modo raggiunge un peso maggiore e la sua carne rimane più morbida, inoltre non dà problemi nel caso ci siano altri polli maschi nello stesso pollaio.
I polli sono onnivori. Mangiano soprattutto semi, insetti, lombrichi e lucertole. Mangiano anche sabbia e piccoli sassi: i minerali così ingeriti migliorano la consistenza del guscio delle uova e soprattutto i sassolini facilitano la digestione, perché “svolgono la funzione dei denti, di cui ovviamente il pollo è sprovvisto”.
I polli hanno un’aspettativa di vita tra i cinque e gli undici anni, ma “negli allevamenti intensivi, i polli da carne generalmente vengono abbattuti all’età di 6-14 settimane” e le galline allevate per le uova (galline ovaiole) vengono macellate a circa 12 mesi mesi, quando la loro capacità produttiva diminuisce.
I polli sono caratterizzati da un marcato dimorfismo sessuale. Per dimorfismo sessuale si intende una differenza morfologica tra individui appartenenti alla stessa specie ma di sesso differente. Questa differenza riguarda tipicamente le dimensioni e/o il colore dell’animale, ma può essere anche di altro tipo (ad esempio le corna nei cervi maschi, ne avevo parlato qui).
Nel caso dei polli, i maschi, rispetto alle femmine, sono più grandi, hanno un piumaggio molto più sgargiante, le piume più lunghe, cresta e bargigli molto pronunciati. I colori sgargianti del maschio hanno la funzione di attirare il maggior numero possibile di femmine e di aumentare dunque le probabilità di riproduzione. L’effetto collaterale è che sono più facili da avvistare per eventuali predatori, ma l’evoluzione sembra privilegiare la sopravvivenza della specie rispetto a quella del singolo.
Osservare l’aspetto complessivo di un pollo adulto è anche il modo più semplice per stabilire se si tratta di un maschio o di una femmina, perché invece gli organi genitali dall’esterno appaiono molto simili (vedi oltre).
L’accoppiamento
“I polli sono animali poligami. I galli combattono tra loro per formare un proprio harem di galline, con cui si accoppiano più volte al giorno” (fonte). Un gallo può accoppiarsi dalle dieci alle trenta volte al giorno (!).
Ci sono sostanzialmente due modi che vengono usati per fare accoppiare i polli negli allevamenti:
• L’accoppiamento in massa: si mettono nello stesso spazio parecchi galli e parecchie galline, e li si lascia accoppiare liberamente (insomma, una specie di orgia).
• L’accoppiamento individuale (“individuale” per modo di dire): si mette un esemplare maschio insieme a un gruppo di galline, che posso essere due o tre, ma anche dieci o venti (il termine pornografico per questa situazione è “reverse gang bang”). Questo metodo si usa quando si vuole sapere con certezza la paternità del pulcino, ad esempio per motivi di razza e di selezione.
Esiste poi la pratica della fecondazione artificiale, in cui il gallo viene “massaggiato” fino a provocare l’emissione dello sperma, che viene raccolto in provetta e successivamente iniettato nella gallina.
Ma affrontiamo l’atto pratico dell’accoppiamento.
“Il gallo si avvicina alla femmina da dietro e le sale sulla schiena con le zampe. La gallina si abbassa, allarga le ali e alza la coda. Il maschio si tiene in equilibrio afferrando con il becco le piume sulla testa della pennuta e abbassa la coda fino a far combaciare la sua cloaca con quella della compagna. Solo a questo punto espelle il seme nella cavità della femmina” (fonte).
Infatti i galli non hanno un vero e proprio fallo e non avviene penetrazione. I polli, maschi e femmine, hanno il tratto digerente, quello urinario e quello riproduttivo che confluiscono tutti nella cloaca, che è appunto l’orifizio che si fa combaciare durante l’accoppiamento in quello che viene detto “bacio cloacale”. Nel maschio, subito all’interno della cloaca, ci sono due minuscole protuberanze che possono essere considerate i due minuscoli organi fallici del gallo e sono propriamente i due sbocchi dei canali deferenti provenienti dai testicoli. Queste protuberanze possono essere cercate, da un occhio esperto (perché sono davvero piccole) per determinare se l’individuo è maschio.
Anatomia, fecondazione e genetica
I galli hanno due testicoli interni che producono sperma, che come si è detto esce dalla cloaca.
Le galline hanno comprensibilmente un sistema riproduttivo più complesso.
L’ovario di una gallina matura contiene migliaia di cellule uovo che, una dopo l’altra, giungono a maturazione e diventano praticamente dei tuorli. L’ovario contiene normalmente ovuli in vari stadi di sviluppo e assomiglia a un grosso grappolo gelatinoso. L’ovulazione avviene quando un ovulo maturo lascia l’ovario e passa nell’ovidotto, una sorta di tubo in cui l’uovo prosegue il suo sviluppo. L’ovidotto è diviso in cinque parti: infundibolo, magnum, istmo, utero e vagina.
La prima parte è l’infundibolo. È qui che arriva, dalla cloaca, lo sperma del gallo, e l’ovulo viene fecondato. Se invece non c’è stato accoppiamento, oppure il gallo è sterile, l’ovulo non viene fecondato ma continua comunque il suo percorso. Gli spermatozoi, comunque, sopravvivono per almeno due settimane, perciò anche dopo un singolo accoppiamento la gallina potrebbe continuare a deporre uova fecondate per diverso tempo.
Poi l’ovulo passa nel magnum (o zona dell’albume), dove gli si forma attorno lo strato dell’albume.
Poi, nell’istmo, si formano le due membrane del guscio.
Poi passa nell’utero, chiamato anche “shell gland” perché è qui che si forma il guscio (eggshell) dell’uovo (ci mette circa venti ore).
A questo punto l’uovo si sposta nella vagina e viene espulso attraverso la cloaca (in inglese si dice cloaca o vent).
In tutto, ci vogliono circa venticinque ore per formare un uovo, e infatti le galline depongono in media un uovo al giorno.
Il tuorlo che vediamo nelle uova che si comprano e si mangiano è sostanzialmente la cellula uovo, matura, che si trova nell’ovario della gallina e che, nel suo percorso lungo il tratto riproduttivo della gallina, si ricopre di strati fino a diventare un uovo completo. È sempre il tuorlo-cellula-uovo che, se viene fecondato, diventa da gamete a zigote a si sviluppa poi in pulcino durante la cova. Le uova deposte da una gallina sono commestibili in ogni caso, ma le uova che normalmente si trovano in commercio non sono fecondate, per il semplice fatto che negli allevamenti di galline ovaiole ci sono soltanto femmine e nessun gallo a fecondarle.
Negli esseri umani, il sesso del nascituro viene determinato nel momento della fecondazione, quando cioè il gamete maschile (spermatozoo) penetra nel gamete femminile (cellula uovo) e si forma uno zigote. È il padre, o meglio un suo spermatozoo, a portare il cromosoma X o Y e dunque a determinare il sesso.
Nei polli, invece, (e credo in tutti gli uccelli), il sesso del futuro pulcino è determinato dalla cellula uovo femminile, che può contenere il cromosoma sessuale Z (e in questo caso il pulcino sarà maschio) oppure quello W (in questo caso sarà femmina). Perché, invece, il gamete del gallo ha sempre e soltanto il cromosoma sessuale Z: se questo si incontra con un altro cromosoma Z della gallina, avremo la coppia ZZ che equivale a un maschio; se al contrario il cromosoma Z del gallo incontra il cromosoma W della gallina, si avrà una pulcina femmina con i cromosomi ZW.
Tutto il contrario degli umani (e credo di tutti i mammiferi), in cui la femmina è omogametica (XX) e il maschio eterogametico (XY).
In totale, i polli hanno 78 cromosomi, cioè 39 coppie (gli umani 46, 23 coppie).
(In realtà ho il sospetto che la genetica dei polli sia molto più complessa di così, ma per ora ci accontenteremo di questo).
La cova e la schiusa delle uova
La cura delle uova e dei piccoli è, nei polli, affidata esclusivamente alla femmina.
Le uova posso essere covate naturalmente da una chioccia oppure artificialmente da un’incubatrice.
L’uovo protegge e nutre l’embrione finché il pulcino non è abbastanza sviluppato da sopravvivere nel mondo esterno.
Dopo circa tre settimane di cova, se l’uovo è fecondato e non ci sono stati problemi, l’uovo si schiude e ne esce il pulcino. Il pulcino rompe il guscio dall’interno con il suo “egg tooth” (non so come si dice in italiano), una piccola protuberanza che ha sul becco e che serve proprio a questo scopo. L’egg tooth è presente in varie specie di animali che escono dalle uova (quasi tutti gli uccelli e i rettili) e, dopo la schiusa, generalmente viene perso (si riassorbe o si stacca).
L’uscita del pulcino dall’uovo in inglese si chiama hatching, mentre il processo di rompere l’uovo da parte del pulcino si definisce pipping.
Subito dopo la schiusa, la chioccia bada ai pulcini: li tiene al caldo, li protegge anche aggressivamente, porta loro del cibo. È il periodo dello svezzamento, che dura circa un paio di mesi, in cui i pulcini passano dal piumaggio neonatale alle prime penne.
Cara Tandi, spero di aver risposto adeguatamente alla tua curiosità. Se hai altre domande, sui polli o su altro, non esitare a chiedere.