#60 alamogordo

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Navigando, sono capitata per caso sulla curiosa pagina Wikipedia di Alamogordo, ridente cittadina del New Mexico prescelta dalla Storia del Novecento come teatro di due eventi peculiari.
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Durante la seconda guerra mondiale gli Stati Uniti diedero inizio a un programma di ricerca, conosciuto con il nome in codice di Progetto Manhattan (Manhattan Project), che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche.
La seconda bomba atomica costruita nell’ambito del progetto, chiamata in codice Little Boy, fu sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945. La terza bomba, Fat Man, fu utilizzata tre giorni dopo contro Nagasaki.
La prima bomba (nome in codice The Gadget) era stata fatta esplodere durante il Trinity test, la mattina del 16 luglio di quello stesso anno, nei pressi di Alamogordo, nel deserto di Jornada del Muerto (già il nome, dato dai conquistadores spagnoli, non prometteva niente di buono).
The Gadget era una bomba al plutonio, come Fat Man, mentre Little Boy fu la prima bomba all’uranio.
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Trinity è stato il primo test per un’arma nucleare. Su internet si possono trovare vari filmati dell’esplosione (tipo questo e questo).

Prima del test, si era anche ipotizzato che un ordigno di quel genere potesse incendiare la Terra intera, uccidendo ogni forma di vita sul pianeta, o che almeno il New Mexico sarebbe stato incenerito, ma secondo i calcoli si trattava di eventualità improbabili.
L’esplosione produsse grande luce e calore. L’onda d’urto fu percepita fino a 160 km di distanza, e il fungo atomico (mushroom cloud) raggiunse 12 km in altezza. Addirittura un articolo pubblicato nel giorni seguenti parlò di una donna cieca che si trovava a 240 km di distanza e chiese “cos’è questa luce?”. Nel deserto rimase un cratere profondo 3 metri e largo 350. La sabbia, prevalentemente composta da silicio, fu sciolta dal calore dell’esplosione e diventò, solidificandosi, vetro di colore verde chiaro, leggermente radioattivo, chiamato trinitite (o anche vetro di Alamogordo o atomite). Il cratere venne riempito poco tempo dopo il test.
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Oggi, più di sessant’anni dopo, è possibile visitare il Trinity site e non è pericoloso, ma la radioattività residua è ancora circa dieci volte più alta del normale.

Per curiosità: ecco alcuni dei risultati che si ottengono cercando “Trinity” su Google immagini.
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Circa trentacinque anni dopo:
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Pac-Man fu originariamente ideato dal programmatore giapponese Tohru Iwatani (pare che l’idea gli sia venuta guardando una pizza a cui mancava una fetta) e pubblicato per la prima volta nel 1980 nel formato arcade da sala.
Il nome originale giapponese è Puckman, cambiato in Pac-Man per la sua commercializzazione negli Stati Uniti per paura che fosse storpiato in “Fuckman”.
Ha avuto da subito un grande successo, e negli anni sono state sviluppate numerose versioni per console e computer.

Atari acquistò i diritti di per convertire Pac-Man per le console domestiche. Cominciò subito una gigantesca campagna pubblicitaria e prevedendo un grande successo ne produsse 12 milioni di copie, nonostante le console Atari 2600 vendute all’epoca fossero solo 10 milioni: si sperava che Pac-Man avrebbe incrementato anche le vendite della console.
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Il gioco fu programmato da Tod Frye, a cui fu concesso poco tempo e poca memoria (un singolo chip di ROM da 4 KB). A causa delle grosse limitazioni hardware della console Atari 2600 il gioco perse molte delle sue caratteristiche originali: i colori erano pochi, i fantasmi seguivano semplici percorsi fissi, Pac-Man apriva e chiudeva la bocca anche da fermo, la frutta da mangiare era ridotta a piccoli rettangoli, ecc.
Il risultato finale, uscito nel 1982, fu molto criticato. Furono complessivamente vendute 7 milioni di copie, e Pac-Man risultò il gioco per la 2600 più venduto di sempre, ma il successo era comunque molto inferiore alle aspettative e Atari si ritrovò con 5 milioni di cartucce invendute.
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L’estate di quello stesso anno, il 1982, era uscito il film E.T. the Extra-Terrestrial di Steven Spielberg. Il successo fu colossale e scoppiò una “E.T. mania” in tutto il mondo.
Atari cercò di approfittarne, creando un videogioco per la console Atari 2600 basato sul film per sfruttarne la popolarità. Ottenne da Steven Spielberg la licenza per produrre il gioco pagando tra i 20 e i 25 milioni di dollari.
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Il compito di programmare il gioco fu affidato a Howard Scott Warshaw, che oggi ha 57 anni e fa lo psicoterapista (è conosciuto come “The Silicon Valley Therapist” e ha anche un blog).
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Warshaw dovette creare il gioco da zero in sole cinque settimane, in modo che il prodotto uscisse entro il Natale successivo.

Atari produsse 4 o 5 milioni di cartucce del gioco. I costi della licenza, della produzione e soprattutto della pubblicità erano stati altissimi. Ma il gioco era realizzato male, troppo in fretta, fu giudicato un prodotto scadente (qua un video). Le vendite furono basse e la maggioranza degli acquirenti restituì la cartuccia ottenendone il rimborso. Da Wikipedia: “E.T. è considerato uno dei videogiochi peggiori di tutti i tempi e uno dei più grandi flop commerciali della storia dei videogiochi.” “Secondo alcuni E.T. è così brutto che la parte migliore è la schermata iniziale.”
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Quasi tutte le copie prodotte rimasero invendute e tornarono indietro ad Atari, che si ritrovò con circa 5 milioni di cartucce di E.T. e altrettante di Pac-Mac, ingombranti e invendibili. Cosa fare in questi casi? Atari decise che una discarica nel Nex Mexico, ad Alamogordo, faceva al caso suo.
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Cominciò presto a diffondersi la notizia che Atari aveva sepolto ad Alamogordo una grande quantità di cartucce e console, provenienti da un magazzino in Texas. Ma la società non confermò ufficialmente e la sepoltura dei videogiochi Atari (Atari video game burial) fu per lo più considerata una leggenda metropolitana, fino al 26 aprile 2014, quando gli scavi collegati alla ripresa di un documentario sui videogiochi hanno effettivamente portato alla luce quelle cartucce.
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La causa fu la crisi dei videogiochi del 1983, cioè l’improvviso crollo del mercato dei videogiochi e la successiva bancarotta di molte aziende produttrici di computer e console, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada. Troppi videogiochi erano stati introdotti sul mercato, in più erano gli anni del boom dei primi personal computer.

6 pensieri riguardo “#60 alamogordo

  1. Un pregio l’E.T. dell’Atari ce l’aveva: era talmente pessimo che era impossibile non mettersi a ridere quando ci giocavi. In compenso dopo due schermate ne eri già stufo. Però la cartuccia radioattiva…

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